“Un solo articolo e per il resto tabelle”. Con queste parole Giulio Tremonti ha presentato il disegno dì legge di stabilità fresco di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. Nella sala stampa di Palazzo Chigi, oltre al ministro dell’Economia c’erano i colleghi Renato Brunetta, Paolo Romani, Maurizio Sacconi, Raffaele Fitto, Andrea Ronchi e Roberto Calderoli.
Un testo che Tremonti ha definito “molto tecnico che riflette quanto previsto dalla legge, quanto richiesto dall’Europa”. Il documento è stato approvato in un “tempo rapidissimo”. C’è stata una “giusta discussione”, ma alla fine è arrivata l’unanimità dei consensi da parte di tutto l’Esecutivo.
L’Italia, ha spiegato Tremonti, “sta avanzando lungo le tappe della via europea. La prima tappa è la stabilità la seconda è lo sviluppo. Il protocollo che si è discusso in Europa si sviluppa in questi termini: la stabilità come base per lo sviluppo".
Via libera anche al disegno di legge di stabilità del bilancio dello Stato. Si tratta di un documento nuovo che riflette la nuova legge di contabilità dello Stato che contiene la legislazione vigente costituita tanto dalla finanziaria triennale quanto dalla manovra di luglio.
Come detto, è un documento molto tecnico che “fotografa – sempre secondo Tremonti – i conti pubblici come sono stati costruiti nel passato e come sono proiettati nel futuro”.
La discussione all’interno dell’Esecutivo c’ è stata. Tremonti non lo nega ma la definisce “estremamente responsabile” con “l’unanime condivisione delle opportunità e delle difficoltà che derivano dalla finanza pubblica di un grande paese in una fase economica critica”.
La novità è che “oggi, definita la legge di stabilità lanciamo la politica dello sviluppo. Non che non fosse posta alla nostra attenzione, non che fosse fuori dalla discussione che in questi mesi abbiamo sviluppato, ma da oggi possiamo finalmente avviare la seconda fase. Non abbiamo potuto farlo prima perchè abbiamo dovuto rispettare il protocollo europeo che prevede prima stabilità e poi sviluppo.
Come arrivare a questi obiettivi di stabilità e di sviluppo? Attraverso lo “stability plan”, la finanziaria, e il national reform planning, piano nazionale delle riforme. Ce lo chiede l’Europa e devono essere “due documenti in grado di parlarsi tra di loro, due facce della stessa medaglia”.
Tremonti ha infine ricordato i cinque punti che sono all’attenzione dell’esecutivo: Nucleare, riforma della pubblica amministrazione, Sud, tematiche dei rapporti sociali e la riforma fiscale.
Sulla riforma fiscale il ministro ha detto che stanno “coordinando le agende” ma che già da mercoledì prossimo i ministri competenti cominceranno a studiare lo schema di delega sulla riforma fiscale. In questo saranno coinvolte anche le parti sociali e ci saranno tavoli tecnici.
Stefano Simoni