toggle menu
QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Governo e Parlamento

Alimenti per lattanti. Antitrust: “Vigilate sui prezzi della distrubuzione”

immagine 28 gennaio - L’esortazione è rivolta ai ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico. Ma per l’Antitrust sarebbe sbagliato recapitare alle imprese un listino di “prezzi consigliati”. Meglio pubblicare online i prezzi praticati da Gdo e farmacie allo scopo di indirizzare il pubblico verso i prodotti e i punti vendita più competitivi.
Vigilare sul prezzo dei prodotti alimentari per lattanti affinché non siano troppo alti, ma occhio a non pregiudicare la concorrenza tra le imprese, rischio “particolarmente forte in un mercato oligopolistico come quello degli alimenti per lattanti, in cui non più di cinque operatori detengono buona parte del mercato e la trasparenza indotta dalla pubblicazione dei listini consigliati potrebbe assumere una connotazione anti-competitiva, favorendo la convergenza dei prezzi dei vari prodotti verso l’alto, a danno dei consumatori”.

È quanto afferma il Garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, in un parere indirizzata ai ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico che prende le mosse da una richiesta del ministero della Salute in merito alla problematica del monitoraggio sui prezzi di vendita degli alimenti per lattanti – e relativa pubblicazione - di cui si sarebbero dovuti occupare i due ministeri in base a quanto previsto nell’art. 17, comma 1, del D.M. 9 aprile 2009, n. 82. A questo scopo l’intenzione del ministero della Salute, e del ministero dello Sviluppo Economico era quello di “acquisire dei listini prezzi consigliati dalle imprese responsabili dell’immissione in commercio dei prodotti ai fini della pubblicazione sui siti istituzionali dei due Ministeri”.

Ma la soluzione non piace all’Antistrust. Che pur ritenendo “apprezzabile intento di favorire una riduzione dei prezzi degli alimenti per lattanti”, segnala come “l’obbligo di pubblicazione previsto dall’art. 17 del DM citato rischia di pregiudicare la concorrenza tra gli operatori attivi in tale mercato. Infatti, la diffusione sul mercato di informazioni sensibili (quali ad esempio le informazioni relative ai prezzi) concernenti imprese attive nel medesimo mercato potrebbe consentire a queste ultime di prevedere e conoscere la politica commerciale dei concorrenti, favorendo il coordinamento tra imprese indipendenti e sfociando talvolta in vere e proprie intese in violazione della normativa antitrust”.

Cosa suggerisce allo l’Antistrust? “Introdurre la possibilità per l’Amministrazione competente di valutare caso per caso la sua effettiva necessità in termini di tutela del consumatore, anche avvalendosi di un’analisi costi-benefici”. Per quanto concerne poi le modalità dell’eventuale pubblicazione dei prezzi, “ai fini di una maggiore trasparenza in un’ottica pro-consumeristica, si dovrebbero rendere pubblici non i prezzi praticati dalle case produttrici alla distribuzione, bensì quelli praticati da quest’ultima al pubblico, per tipologia di punto vendita (GDO, dettaglio tradizionale, farmacia, ecc.) e per area geografica, mettendo possibilmente a disposizione degli utenti un meccanismo informatico di rapida comparazione dei prezzi al fine di indirizzare la domanda verso i prodotti e i punti vendita più competitivi”.

 
28 gennaio 2014
© QS Edizioni - Riproduzione riservata