"Viviamo un tempo di struggente difficoltà. Questo è il tempo del coraggio, non ci sono più alibi per nessuno, nemmeno per me". Questa l'ultima frase con cui, dopo un'ora e dieci minuti, si è concluso il discorso a braccio con il quale il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha chiesto la fiducia al Senato. Una fiducia arrivata in tarda serata con 169 voti favorevoli e 139 contrari su 308 votanti. Nel corso del pomeriggio proprio il tema della fiducia era stata l'occasione per rilanciare il discorso già preannunciato sulle riforme: "Vorrei essere l'ultimo premier a dover chiedere la fiducia al Senato".
Il premier non ha parlato solo di 'rottamazione' del Senato, ma anche di abolizione delle Province, prospettando uno "stop alle elezioni provinciali di maggio", così come del superamento del Titolo V e dell'urgenza di una nuova legge elettorale.
Sul Titolo V Renzi ha sottolineato la necessità di "introdurre una clausola di intervento della legge statale anche in materie che siano esclusivamente assegnate a competenze regionali". "Non possiamo tornare al centralismo della burocrazia statale - ha detto - ma è cambiato il clima nei confronti delle Regioni. I ricorsi alla Consulta hanno provocato tensioni tra stato e Regioni". Il premier ha quindi auspicato entro marzo l'avvio della discussione sul tema alla Camera, così come quello sulla nuova legge elettorale - sempre a marzo - al Senato.
Renzi ha poi elencato tre provvedimenti urgenti: lo sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti, la costituzione di fondi di garanzia per le piccole e medie imprese che hanno difficoltà ad accedere al credito e una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale attraverso misure irreversibili legate non solo alla riduzione della spesa, che portereanno a risultati concreti entro il primo semestre del 2014.
Quanto all'Europa, il semestre di presidenza italiana, a partire da luglio, dovrà essere una meta da raggiungere con i "compiti già fatti". "Il semestre europeo non deve essere solo un’occasione per fare nomine - ha puntualizzato -. A volte si considera l’Europa come una matrigna, questo è un problema di subalternità culturale di cui dobbiamo liberarci".
Infine, il premier ha parlato di scuola, di riforma del mercato del lavoro, di una giustizia che, a causa della lunghezza dei processi civili, fa scappare gli investori, e di una cultura che ha bisogno di "aprirsi anche agli investimenti dei privati".
Giovanni Rodriquez