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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Governo e Parlamento

Jobs act. Il Governo pone la fiducia. Salve le norme a tutela delle lavoratrici in maternità

di Giovanni Rodriquez
immagine 22 aprile - La decisione per il voto di fiducia è arrivata dopo le polemiche degli ultimi due giorni con il Nuovo Centro Destra e Scelta Civica che contestavano i cambiamenti apportati con gli emendamenti dello scorso venerdì rispetto al testo originario. Il voto finale sul decreto è programmato per giovedì. IL TESTO
Oggi in a Montecitorio, durante l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 34 del 20 marzo 2014, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese, il ministro per le Riforme costituzionali ed i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del provvedimento nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato. Mercoledì sono previste le dichiarazioni di voto, mentre il voto finale sul decreto è programmato giovedì.

Salve dunque le norme a tutela delle lavoratrici in maternità. In particolare si amplia il diritto di precedenza per le lavoratrici in maternità con contratto a termine nelle future assunzioni a tempo indeterminato con la stessa mansione.

La decisione per il voto di fiducia è arrivata dopo le polemiche degli ultimi due giorni con il Nuovo Centro Destra e Scelta Civica che contestavano i cambiamenti apportati con gli emendamenti dello scorso venerdì rispetto al testo originario. I due partiti di maggioranza hanno fatto però sapere di essere pronti a votare a favore, preannunciando però battaglia sui contenuti una volta che il testo approderà al Senato.

Le modifiche contestate riguardano la riduzione delle proroghe consentite per i contratti a tempo in 36 mesi che passano da 8 a 5, l'obbligo da parte delle imprese con più di 30 dipendenti di assumere il 20% degli apprendisti, e, infine, il ripristino di una quota di formazione pubblica.
 
Giovanni Rodriquez
22 aprile 2014
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