La Corte Costituzionale, con la
sentenza n. 81/2015, ha dichiarato l'illegittimità della
legge della Regione Abruzzo n. 25/2014 in materia di edilizia pubblica residenziale. La norma era stata approvata dal Consiglio regionale dopo la scadenza della legislatura, in regime di prorogatio. I giudici della Consulta hanno ricordato come, nelle precedente sentenza n. 44 del 2015, sia stato stabilito che, riguardo la prorigatio, "gli stessi statuti regionali, nel disciplinare la materia, devono rispettare le limitazioni connaturate alla ratio dell’istituto". L’assemblea scaduta è dunque legittimata alla sola adozione degli “atti necessari ed urgenti, dovuti o costituzionalmente indifferibili” (sentenza n. 68 del 2010).
Più precisamente, l’art. 86 dello statuto della Regione Abruzzo prevede, al terzo comma, che nei casi di scioglimento anticipato e di scadenza della legislatura "le funzioni del Consiglio regionale sono prorogate, secondo le modalità disciplinate nel Regolamento, sino al completamento delle operazioni di proclamazione degli eletti nelle nuove elezioni limitatamente agli interventi che si rendono dovuti in base agli impegni derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea, a disposizioni costituzionali o legislative statali o che, comunque, presentano il carattere della urgenza e necessità".
Da qui le motivazioni che hanno portato alla dichiarazione di illegittimità. La Consulta ha inoltre ravvisato, in quest'approvazione non sucettibile dei criteri di urgenza e necessità, possibili elementi generativi di una captatio benevolentiae nei confronti degli elettori.
Sulla base dello stesso principio rischia esiti ben più clamorosi ora la Regione Calabria a causa della
legge n. 19 del 12 settembre 2014, rimessa dal Tar Calabria all'esame della Corte Costituzionale con
l'ordinanza n. 519 del 20 marzo 2015. Se anche in questo caso non dovessero essere ravvisati gli elementi di necessità e urgenza nell'approvazione della legge elettorale regionale da parte del precedente Consiglio regionale in regime di prorogatio, la Consulta potrebbe sancire l'invalidità della competizione elettorale conclusa lo scorso novembre imponendo, di fatto, un ritorno alle urne sotto l'egida della legge elettorale pregressa.
Giovanni Rodriquez