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QS Edizioni - martedì 21 maggio 2024

Governo e Parlamento

Screening neonatale esteso.  Via libera Garante privacy a decreto Ministero. Ma servono maggiori tutele sui dati personali e sanitari

immagine 22 maggio - L'Autorità chiede di apportare alcune correzioni al testo, in particolare riguardo al consenso informato, che le strutture dovranno richiedere ai genitori o al tutore legale del neonato non solo per l’atto medico ma anche per il trattamento dei dati personali, sanitari e genetici.
E' necessario introdurre maggiori tutele per i dati personali utilizzati per lo “screening neonatale esteso” (Sne) a fini della diagnosi precoce di patologie metaboliche ereditarie. Così il Garante per la Privacy commenta il decreto ministeriale in materia. Lo screening, facoltativo a livello nazionale, riguarda solo le patologie per cui esistono terapie, farmacologiche o dietetiche, efficaci con evidenza scientifica. Considerata la delicatezza dei flussi informativi, il Garante ha richiamato l’attenzione di tutti i soggetti coinvolti sull’esigenza di assicurare le garanzie previste in materia di protezione dei dati personali sottolineando innanzitutto la necessità che, prima dell'introduzione dello Sne, gli organismi sanitari svolgano adeguate attività di informazione al pubblico in merito alla disponibilità e alla volontarietà o meno dei test effettuati, nonché alle specifiche finalità e conseguenze dello screening, anche nell'ambito di pubblicazioni istituzionali.

Il Garante ha concesso il via libera al decreto del Ministero della Salute, chiedendo però di apportare alcune correzioni riguardo al consenso informato, che le strutture dovranno richiedere ai genitori o al tutore legale del neonato non solo per l’atto medico ma anche per il trattamento dei dati personali, sanitari e genetici. Nell’informativa dovranno essere ben evidenziati il carattere facoltativo (o obbligatorio nelle Regioni in cui ciò sia previsto) del conferimento dei dati per lo Sne, le finalità perseguite (cura e, in caso di esito positivo, consulenza genetica) e l’ambito di comunicazione dei dati (Centri di screening neonatale, Registro nazionale delle malattie rare, registri regionali). Il modello di consenso dovrà, tra l’altro, riportare la dichiarazione dei genitori riguardo alla volontà di conoscere i risultati dello screening, comprese eventuali notizie inattese.

Per il Garante vanno, inoltre, apportate modifiche alle modalità di raccolta dello spot ematico da parte del personale del punto nascita e al successivo invio al Centro di screening neonatale di riferimento con i dati personali ed anamnestici associati. Necessario poi garantire le misure di sicurezza che assicurino un elevato livello di protezione e di garanzia. Dovrà essere perfezionata anche la norma relativa alla consulenza genetica che dovrà essere fornita ai genitori in ogni caso in cui il risultato dello Sne sia positivo. Suggerite, infine, specifiche iniziative di aggiornamento professionale degli operatori anche in materia di protezione dei dati personali.
 
22 maggio 2015
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