Responsabilità professionale oggi al centro del dibattito in commissione Affari Sociali alla Camera. Nel pomeriggio è stato audito dalla XII commissione il giurista
Guido Alpa, incaricato lo scorso marzo dal ministro della Salute di presiedere una commissione tecnica per approfondire il tema della medicina difensiva e proporre alcune soluzioni giuridiche per normare la materia della responsabilità professionale sanitaria. Quattro gli ambiti su cui la commissione tecnica ha proposto di intervenire: responsabilità civile, responsabilità penale, assicurazione e rischio clinico.
Il
testo della cosiddetta commissione Alpa è da circa una settimana al vaglio della commissione Affari Sociali che, ricordiamo, proprio su questo tema lo scorso 5 agosto ha approvato un
testo base. Il relatore del ddl,
Federico Gelli (Pd), ha oggi spiegato: “Tra il nostro testo e quello prodotto dalla Commissione Alpa c'è una forte sovrapposizione ma anche differenze su cui argomentare e nodi da sciogliere”.
Uno dei punti cruciali su cui trovare una sintesi riguarda la responsabilità civile del medico e della struttura presso cui presta servizio. Nel testo base della commissione si propone una doppia natura giuridica della responsabilità: extracontrattuale nei confronti dell’operatore, con conseguente spostamento dell’onere della prova sul paziente che vuole azionare una causa e prescrizione ridotta a 5 anni, e contrattuale nei confronti delle strutture sanitarie.
Una soluzione su cui
Benedetto Fucci (COr) ha espresso alcuni dubbi: “Nel caso di una presunta colpa su un atto squisitamente sanitario il medico, che dovrebbe essere ‘garantito’ da una responsabilità civile di tipo extracontrattuale, potrebbe in ogni caso essere coinvolto insieme alla struttura in un contenzioso che implica una responsabilità di tipo contrattuale”. Atra perplessità avanzata da Fucci riguarda la colpa lieve e, più in particolare, l’individuazione di precise linee guida riconosciute dalla comunità scientifica internazionale alle quali il medico dovrebbe dimostrare di essersi attenuto. Infine, il deputato dei Conservatori Riformisti ha sollevato una questione anche sui periti: “Dovrebbero essere individuati periti esperti del settore interessato alla denuncia”.
In ogni caso, l’iter del provvedimento è stato tracciato oggi dallo stesso Gelli che ha spiegato: “L’ideale sarebbe arrivare ad un testo semplice per una più rapida approvazione”. Tempi rapidi quindi, ma nessuna scorciatoia. Il lavoro resta incardinato in Parlamento.
Giovanni Rodriquez