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QS Edizioni - venerdì 17 maggio 2024

Governo e Parlamento

Titolo V. D'Ambrosio Lettieri (CoR): “Politiche sociali alle Regioni scelta grave. E la sanità resterà a macchia di leopardo”

immagine 9 ottobre - Così il componente della commissione Sanità del Senato commenta l'approvazione dell'emendamento Russo. "La Costituzione non può essere riformata a colpi di emendamenti votati per disciplina di partito, invece che come segno della condivisione piena e responsabile". Quanto al Titolo V: "Si doveva e oteva fare di meglio".
"La Costituzione non può essere riformata a colpi di emendamenti votati per disciplina di partito, invece che come segno della condivisione piena e responsabile, frutto di un confronto libero e maturo per migliorare l’architettura dello Stato e, di conseguenza, la vita degli italiani, esattamente come fecero i nostri padri costituenti. Questa è la cartina di tornasole sia di come il governo Renzi e la sua maggioranza intendano il rispetto delle istituzioni, sia di ciò che potrà portare al Paese questa riforma, aggiungendo caos al caos. E’ il caso dell’emendamento Russo all’art. 116 della Costituzione, accolto dal governo, che prevede la possibilità di devoluzione della potestà legislativa dello Stato alle Regioni per le sole politiche sociali col rischio, alquanto concreto, di vedere polverizzato il processo di integrazione socio-sanitaria sul territorio nazionale, sacrificato sull’altare del pareggio di bilancio delle Regioni. Si tratta di una scelta grave e persino in contraddizione con le modifiche apportate all’art. 117 della Costituzione". Così in una nota, Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), ha commentato l'approvazione dell'emendamento Russo.

"Anche se sulla riforma del Titolo V - ha proseguito -  si poteva e doveva fare di meglio. Riconoscere maggiori poteri allo Stato in tema di politiche sanitarie e sociali poteva essere considerato un passo avanti se non fosse stata lasciata alle Regioni la potestà legislativa in materia di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali e se le competenze tra Stato e Regioni fossero state definite in modo chiaro e puntuale. Con questa riforma non solo non si riporta il ssn sotto il pieno controllo statale, ma si lascia nell’ambiguità l’oggetto stesso delle competenze riassegnate allo Stato con la riscrittura dell’art 117 della Costituzione. Cosa si intende, infatti, per 'disposizioni generali e comuni per la tutela della salute'? Tutto e niente".
 
"Dunque, non solo si moltiplicheranno i conflitti sulle competenze che si porranno dinanzi alla Corte, ma non si raggiungerà un obiettivo importante, direi dirimente, per uno stato democratico e per la coesione sociale: quello di garantire a tutti i cittadini accesso equo ai servizi sanitari, da Nord a Sud alle isole. Vorrei ricordare, a questo proposito, quanto emerso dall’indagine sull’efficienza ed efficienza del servizio sanitario nazionale svolta in Commissione Sanità del Senato, che rileva la posizione deficitaria di sette regioni rispetto ai Livelli essenziali di assistenza. Continueremo ad assistere ad una sanità a macchia di leopardo e all’aumento della mobilità passiva nelle regioni, come la Puglia, dove, tra l’altro, si allarga il buco finanziario a fronte di servizi inefficienti e tasse sempre più pesanti”, ha concluso D'Ambrosio Lettieri.
9 ottobre 2015
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