“Sanità, l’errore fatale è aver nominato ministro la signora Lorenzin, altro che delegare le Regioni per la sanità”. È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale del Veneto,
Roberto Ciambetti commentando le
parole del Ministro della Salute oggi su Radio 24
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Ciambetti nota che “a smentire il ministro ci sono studi di enti internazionali ma anche i dati socio-economici elaborati dall’Istat. Ma prima di tutto voglio notare una cosa: la predica giunge da un ministro che non ha mosso un dito davanti ad una proposta di Legge di stabilità che trae una parte delle proprie risorse dalla diffusione e sfruttamento di una patologia gravissima, le ludopatie con la previsione dell’apertura di nuovi 22 mila punti dove sarà possibile giocare d’azzardo, e l’introduzione di una nuova gabella sui giochi. Se siamo in mano la sanità a questi signori, permettetemi la battuta, se la giocano al tavolo verde: un ministro che ha a cuore la salute dei cittadini, davanti allo stato biscazziere si sarebbe dimesso".
"Qui invece ci si inventa insinuazioni calunniose sul sistema sanitario regionale – ha detto Ciambetti – Secondo la classifica annualmente stilata da Bloomberg per il 2014 il sistema sanitario italiano, è il terzo al mondo, primo in Europa, per efficienza, per le aspettative di vita del paziente, quasi 83 anni in media, per il costo pro capite del sistema sanitario, circa 3 mila dollari, alle spalle di Singapore e Hong Kong e davanti a Giappone, Corea del Sud e Australia – ha rimarcato Ciambetti – Scendiamo nel dettaglio? L’Italia spende in sanità il 9% del Pil, pari a 3.032 dollari pro-capite. Nel confronto con il 2013 l’aspettativa di vita è aumentata di 0,3 anni, mentre la spesa per la sanità pro-capite è diminuita di 306,64 dollari: in realtà il risparmio, stando ai dati della Ragioneria generale dello Stato è stato di circa 2 miliardi tutti derivati dal mancato turn over come deciso dal governo e imposto dalla Riforma Fornero: abbiamo tanti giovani disoccupati e tanti lavoratori della sanità anziani ancora in reparto".
“Se la nostra sanità è straordinaria lo dobbiamo a loro, ai medici, agli infermieri e al personale paramedico - ha commentato il presidente del Consiglio Regionale - , ma anche a chi cerca di far quadrare i conti. E’ grazie a questa gente, e non in virtù dei ministri romani, se in totale il punteggio dell’Italia è 76,3, poco meno di Hong Kong e Singapore, ma più del doppio degli Stati Uniti, fermi a 34,3. Sentirsi dire che in Italia ci sono 30 miliardi di sprechi nella sanità fa specie, soprattutto se a dirlo è un ministro che ha proposto una stretta radicale sulle visite specialistiche e su esami medici, perché così si risparmierebbero circa 13 miliardi di €. I dati del servizio socio-sanitario italiano parlano di una sanità che è in buona salute. Certo, si possono fare ancora grandi risparmi: mi chiedo perché prima di mettere un freno duro alle visite specialistiche e agli esami, cioè prima di colpire medici e pazienti, non si è pensato di introdurre i costi standard come da anni chiediamo noi in Veneto? In realtà il ministro vuol far passare l’idea di una sanità malata, quando non è così, perché vuole riappropriarsi e riportare a Roma la gestione della salute che finirebbe così centralizzata ma non per dare migliori servizi ai cittadini, ma per coprire buchi spaventosi nei conti dello stato. Se mai si arriverà a ricentralizzare la sanità a Roma, per le Regioni che oggi sono all’avanguardia il livellamento avverrà al ribasso con uno scadimento devastante”