“Rispetto alla modifica da parte dell’Aifa del meccanismo di rimborso alle Regioni dei farmaci innovativi anti-epatite C Sovaldi e Harvoni, passata da pay back a nota di credito, abbiamo chiesto al ministero della Salute una risposta chiara che però non è giunta. Di fronte a un atteggiamento che non esitiamo a definire ostruzionistico abbiamo inviato una segnalazione all’Autorità Anticorruzione e all'Autorità garante della concorrenza e delmercato". Così i parlamentari M5S che, ad Anac e Antitrust, hanno indirizzato una lettera firmata dai deputati in commissione Affari Sociali, dal Capogruppo al Senato
Mario Giarrusso, dalla senatrice
Paola Taverna e dal vicecapogruppo alla Camera
Davide Crippa.
“La modifica, avvenuta il 4 novembre, ha creato un sostanziale sbilanciamento nel mercato dei farmaci sperimentali per l’eradicazione dell’epatite C che favorirebbe la Gilead rispetto ai concorrenti che hanno immesso, o potrebbero lanciare, farmaci della stessa tipologia sul mercato. All’Antitrust in particolare chiediamo di valutare se l’attuale situazione non consenta l’applicazione dell'articolo 21-bis della legge 287/90, che attribuisce all'Autorità Garante dellaConcorrenza e del Mercato di impugnare gli atti della Pa che determinano distorsioni della concorrenza. Nel dettaglio, con ilcambiamento del meccanismo di rimborso dei farmaci prodotti dalla casa produttrice Gilead le Regioni vengono sostanzialmente messe al muro:inizialmente era stato concordato che queste avrebbero anticipato le spese per l’acquisto del farmaco, per poi ricevere indietro parte del denaro - il cosiddetto pay back -. Dopo la ‘revisione’ del 4 novembre invece, al payback si è sostituita la nota di credito", spiegano i parlamentari a 5 stelle.
"In pratica, le strutture sanitarie che già utilizzano i farmaci citati potranno soltanto fare uso medicinali della Gilead, fino a quando non sarà coperta la quota della seconda tranche di pagamenti, che ammonta a 193,7 milioni di euro. Come già affermato, abbiamo provato a ricevere un chiarimento al ministero della Salute ma la risposta ha aggirato il nodo della questione. A questo punto abbiamo ritenuto necessario rivolgerci alle due Autorità, alle quali chiediamo di prendere visione del caso e di pronunciarsi”, conclude la nota.