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QS Edizioni - martedì 21 maggio 2024

Governo e Parlamento

Unioni civili. Il fronte cattolico: “Maxiemendamento governo non cambia la sostanza del ddl Cirinnà”

immagine 26 febbraio - “Rispetto al testo originario del ddl Cirinnà, l’unica modifica di rilievo riguarda l’adozione del figlio del partner, che resta tuttavia affidata alla discrezionalità dei giudici, con l’aggravante di riproporla e forse allargarne le maglie in un nuovo provvedimento specifico sull’adozione”
Il testo del maxiemendamento sulle unioni civili omosessuali, su cui il governo ha posto la fiducia, appare del tutto insoddisfacente. Rispetto al testo originario del ddl Cirinnà, l’unica modifica di rilievo riguarda l’adozione del figlio del partner, che resta tuttavia affidata alla discrezionalità dei giudici, con l’aggravante di riproporla e forse allargarne le maglie in un nuovo provvedimento specifico sull’adozione”, così in una nota congiunta sottoscritta da Gian Luigi Gigli, Presidente del Movimento per la Vita Italiano, Gian Luigi De Palo, Presidente del Forum delle Famiglie, Paola Ricci Sindoni, Presidente dell’Associazione ‘Scienza&Vita’ e Aldo Bove, Presidente del Forum Sanità.
 
“Mentre il depennamento dell’obbligo di fedeltà appare risibile, l’esplicito richiamo agli articoli 2 e 3 della Costituzione, dopo che quello all’art. 29 era già caduto – scrivono le quattro associazioni cattoliche - rischia di costituzionalizzare l’istituto dell’unione civile. Per il resto permane la totale equiparazione giuridica e financo terminologica tra matrimonio e unioni omosessuali, con il puntiglioso richiamo a tutte le norme del codice civile che riguardano la famiglia e alla vita “familiare” della coppia omosessuale. Le sovrapposizioni riguardano il rito con i testimoni, la lettura degli stessi articoli del codice civile, il cognome unico, il comune indirizzo familiare, la presunzione di comunione dei beni, la quota di legittima nell’eredità, la pensione di reversibilità negata peraltro alle stabili convivenze eterosessuali con figli, le cause di impedimento”.
 
“La confusione tra famiglia costituzionale e nuovo istituto delle unioni civili – aggiungono - si esporrà inevitabilmente a futuri interventi delle corti di giustizia nazionali e internazionali, sulla base di un principio di non discriminazione. Occorrerà anche vigilare sui decreti attuativi oggetto della delega al governo, con particolare riferimento all’armonizzazione con le direttive europee”.
 
“Auspichiamo anche che la nuova sfida delle unioni civili porti la politica a farsi carico con urgenza delle condizioni di vita delle famiglie che – conclude la nota -  tra difficoltà sempre maggiori, contribuiscono a garantire all’Italia la generazione e l’educazione dei nuovi cittadini e a mantenere la solidarietà tra le generazioni”.
 
26 febbraio 2016
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