“Garantire le cure per l’epatite C a tutti i pazienti”. Le Associazioni
AITF, ANED, ARRAN, EPAC, LILA, NADIR, PLUS, e le Federazioni
FEDEMO, LIVER POOL, THALASSEMIA,
forum TRAPIANTATI, contestano il nuovo paradigma “curiamo solo i pazienti gravi” che “rischia di smantellare l’universalismo sanitario” e si rivolgono direttamente in una lettera (di denuncia e appello) al premier
Matteo Renzi.
Nella documento le Associazioni esprimono “profonda preoccupazione per la grave situazione in cui versano almeno 100.000 pazienti che tuttora non posso accedere ai nuovi e potenti farmaci salva vita che curano l’epatite C nel 95-100% dei casi”.
I pazienti criticano poi come le “limitazioni furono elaborate sulla scorta di un presunto impatto economico “devastante”, calcolato sul costo medio per terapia, ma soprattutto su un numero di pazienti da curare ancora indefinito”. Ma il punto rilevano è che “nessuna Istituzione pubblica abbia provveduto a stimare con precisione il numero di pazienti con epatite C da curare” e ciò “rappresenta un primo fatto sorprendentemente negativo e che impedisce la elaborazione di qualunque stima di investimento necessario nel breve e medio periodo per garantire la cura per tutti i pazienti”.
In ogni caso secondo le stime elaborate dall’associazione EpaC onlus il numero totale di pazienti diagnosticati ed eleggibili a un trattamento antivirale è stimato “in circa 160/180.000”.
“Se le nostre stime sono veritiere – prosegue la lettera -, e in virtù di imminenti rinegoziazioni dei prezzi dei farmaci con le aziende farmaceutiche, è assolutamente fattibile un piano di intervento pluriennale sostenibile per garantire la cura a tutti, da subito. Vogliamo sottolineare che altri Paesi al mondo hanno già deciso di non porre alcun limite di accesso alle cure per l’epatite C, come l’Australia, il Portogallo, Olanda, Croazia ed altri Paesi”.
Questi alcuni dei motivi per cui le Associazioni chiedono “un intervento immediato per garantire la cura a tutti i pazienti attraverso uno stanziamento pluriennale ragionevole e che consenta all’Agenzia del Farmaco di eliminare immediatamente le restrizioni di accesso tuttora vigenti. Vogliamo e pretendiamo che questa follia cessi”.