toggle menu
QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Governo e Parlamento

Tumore al seno. Al Senato mozione bipartisan. Screening dai 25 anni e numero adeguato di breast unit in tutte le regioni 

immagine 4 ottobre - Questi alcuni degli impegni posti dalla mozione firmata da oltre venti senatori di maggioranza e minoranza con primo firmatario D'Ambrosio Lettieri. Gli strumenti che hanno consentito di ridurre l’incidenza della mortalità per cancro alla mammella, oltre alla pratica di uno stile di vita sempre più salutare e attento, sono l’introduzione di una diagnostica strumentale sempre più sofisticata e di nuovi farmaci in grado di colpire le cellule malate senza intaccare quelle sane.
E’ stata presentata oggi in Senato una mozione bipartisan, a prima firma Luigi d’Ambrosio Lettieri (CoR), per essere concretamente a fianco di tutte le donne nella battaglia contro il tumore al seno attraverso la prevenzione e la diagnosi precoce. 
 
La mozione, infatti, firmata da oltre venti senatori di maggioranza e minoranza, impegna il Governo a “porre in essere ogni iniziativa idonea a far sì che, entro il 2017, siano attivati tutti i centri di senologia nelle diverse Regioni italiane e nelle Province Autonome, nel rispetto delle linee guida indicate dal Documento di indirizzo nazionale per la definizione di specifiche modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia; a promuovere le iniziative più opportune al fine di includere nel programma di screening previsto dal Sistema Sanitario Nazionale anche le donne con un’età a partire da 25 anni (cui garantire visite specialistiche ed ecografie) e le donne con un’età a partire da 40 anni (cui garantire anche la mammografia); a porre in essere ogni altra iniziativa utile a potenziare le attività di prevenzione e diagnosi precoce del cancro alla mammella prevedendo anche adeguate campagne di informazione nazionali; a promuovere una campagna di prevenzione e di formazione sull’autopalpazione all’interno delle scuole secondarie di II grado”.
 
“Come si evince dai dati diffusi dalla Lega Italiana della Lotta contro i Tumori (LILT), il tumore alla mammella, aumentato del 30% tra le giovani donne fino a 50 anni di età, rappresenta il big killer delle donne”, spiega d’Ambrosio Lettieri, “L’aumento dell’incidenza del tumore al seno, nell’ultimo quinquennio, è stata pari al 15% e, secondo una stima, nel 2016 i casi di cancro alla mammella saranno oltre 50mila; di questi oltre 5mila si potranno registrare nelle regioni meridionali, quali Puglia e Basilicata”.

Gli strumenti che hanno consentito di ridurre l’incidenza della mortalità per cancro alla mammella (le possibilità di guarire riguardano l’80-85% dei casi), oltre alla pratica di uno stile di vita sempre più salutare e attento, sono l’introduzione di una diagnostica strumentale sempre più sofisticata e di nuovi farmaci in grado di colpire le cellule malate senza intaccare quelle sane.

“Il problema - conclude il senatore - è che il numero di breast unit attualmente operative su tutto il territorio italiano è inferiore rispetto al numero di Centri attivabili secondo i requisiti previsti dalle direttive europee. E’ un fatto inaccettabile che deve essere affrontato urgentemente con interventi adeguati”.
4 ottobre 2016
© QS Edizioni - Riproduzione riservata