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QS Edizioni - martedì 30 aprile 2024

Governo e Parlamento

Camera. Faraone risponde su antibiotici in zootecnica, contaminazione da Pfas, ginecologia e ostetricia a Salerno e contagio da epatite C a Sciacca

immagine 3 febbraio - Alla luce dei volumi di vendita di antimicrobici, risulta necessaria l'introduzione della ricetta veterinaria elettronica. Quanto all'inquinamento da Pfas in Veneto, sono assenti valori di riferimento collegati a un rischio per la salute umana. Il lavori per il ristrutturazione del reparto di ginecologia dell'ospedale di Salerno verranno ultimati entro marzo 2017.  Sul contagio di epatite C al servizio trasfusionale di Sciacca si può escludere che sia imputabile ai donatori.
Il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, è intervenuto ieri in commissione Affari sociali alla Camera per rispondere a quattro interrogazioni. La prima, presentata da Beatrice Brigone (Misto), riguardava le iniziative per la riduzione dell'uso di antibiotici in zootecnica. Faraone, nel suo intervento, ha spiegato come, allo stato attuale, "non sembra fattibile una zootecnia moderna che escluda completamente l'uso di qualsiasi antimicrobico per trattamenti veterinari, mentre un buono stato di salute degli animali e un uso razionale e responsabile degli antimicrobici contribuirebbero a prevenire la diffusione della resistenza agli antimicrobici".
 
Tuttavia, ha sottolineato il sottosegretario, alla luce dei risultati provenienti dal progetto ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption), che vedono l'Italia tra i Paesi con i più alti volumi di vendita di antimicrobici, "risulta quanto mai necessaria la completa digitalizzazione della gestione dei medicinali veterinari, attraverso l'introduzione della ricetta veterinaria elettronica".
 
Beatrice Brignone, replicando, ha espresso soddisfazione limitatamente ad alcune parti della risposta fornita dal Governo. Ritiene, infatti, che la ricetta elettronica sia uno strumento senz'altro utile. Stigmatizza, tuttavia, il fatto che negli ultimi dieci anni l'utilizzo di antibiotici sia raddoppiato, lamentando che nella predetta risposta non sia stata posta la dovuta attenzione sulle verifiche inerenti alle condizioni degli allevamenti. 
 
E' stato poi il turno di Daniela Sbrollini (Pd) e della sua interrogazione sugli interventi in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). Circa le problematiche dei possibili impatti sulla salute umana delle popolazioni della regione Veneto interessate dall'inquinamento, Faraone ha sottolineano i seguenti aspetti: l'assenza dei valori di riferimento collegati a un rischio per la salute umana, in quanto i valori di riferimento attuali riguardano indici di performance, che, pertanto, possono variare a livello europeo e nella normativa dei singoli Stati Membri; nella normativa vigente, che concerne gli inquinanti presenti nei corpi idrici, sono ancora assenti diverse sostanze di interesse per la salute pubblica; per quanto riguarda le possibili infiltrazioni nella falda, tutta l'acqua generata e utilizzabile in loco deve essere trattata, o comunque rivalutata, come fonte primaria di acqua potabile. "Il Ministero della salute, assieme alla Regione Veneto, ha raccomandato fortemente di limitare l'utilizzo idrico nelle zone interessate dall'inquinamento, ponendo particolare attenzione sul rischio afferente alla matrice agricolo-alimentare".
 
Daniela Sbrollini (Pd), replicando, si è dichiarata soddisfatta della risposta, soprattutto per la rapidità con cui è pervenuta. Ribadisce, tuttavia, che la falda acquifera che attraversa alcune province venete è fortemente compromessa ed ha causato notevoli problemi di inquinamento, che hanno avuto ripercussioni sulla qualità del cibo. Segnala che la Commissione speciale istituita ad hoc ha individuato anche un rapporto di causalità rispetto ad alcuni casi di nati con malformazioni. Ritiene, quindi, che il Convegno che si terrà a Venezia a fine febbraio rappresenti una buona occasione per un approfondimento della situazione ed esprime soddisfazione per il fatto che il Governo si è impegnato ad effettuare costantemente un monitoraggio, per il tramite dell'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con la regione Veneto. 
 
Silvia Giordano (M5S) ha poi illustrato la sua interrogazione sulla riorganizzazione del reparto di ginecologia e ostetricia presso l'azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno. Il sottosegretario ha spiegato come le criticità rilevate attengono alle difficoltà ed ai disagi per le neo-mamme dovuti all'ubicazione del reparto distante dal relativo nido. "Tali criticità, note alla Direzione Strategica che, già all'atto del suo insediamento quale struttura commissariale, nel febbraio 2016, si era immediatamente attivata per la ristrutturazione degli ambienti, hanno portato, nel mese successivo, all'approvazione di un progetto per la riqualificazione del reparto. In concomitanza - ha aggiunto - si è proceduto all'aggiudicazione della gara relativa ai lavori di ampliamento di un ascensore della struttura al fine di porre un primo ed immediato rimedio alle suddette difficoltà di accesso al nido; lavori eseguiti ed ultimati già da tempo e che hanno permesso una prima riduzione del disagio. 
 
Quanto ai lavori di ristrutturazione del reparto, "saranno prevedibilmente ultimati entro la fine di marzo 2017".
 
Silvia Giordano (M5S), replicando, evidenzia come ci sia stato evidentemente un problema di comunicazione tra il Governo e la prefettura alla quale sono state richieste informazioni. Dalla risposta del Governo, infatti, non emerge la drammatica realtà in cui versa l'azienda ospedaliera in titolo, che crea forti disagi alle donne che sono costrette a spostarsi dal reparto di ostetricia al nido per poter allattare, ciò che peraltro è consentito solo per mezz'ora ogni tre ore, ad esclusione delle ore notturne. Precisa che il disagio è aumentato dal fatto che le puerpere sono costrette ad utilizzare gli ascensori comuni. Segnala, peraltro, che ci sarebbe un locale attiguo al reparto di ostetricia, ideale per la creazione di un nido, e che basterebbe avviare i lavori di ristrutturazione. Stigmatizza fortemente, quindi, il fatto che nel 2017 le donne siano costrette a partorire nelle condizioni sopra descritte. 
 
Infine, Marialucia Lorefice (M5S) ha illustrato un'interrogazione in ordine a casi di contagio da epatite C presso il Centro di talassemia, annesso al Servizio trasfusionale di Sciacca. Due pazienti degli 11  pazienti interessati, ha spiegato il sottosegretario, "hanno presentato la sieroconversione in epoca antecedente ai fatti in oggetto e, se pur analizzati per completezza a posteriori alla luce dei fatti, non sembrerebbero riconducibili alla stessa vicenda".
 
Dall'indagine fino ad ora condotta, che ha riguardato i donatori di 9 pazienti e che è tuttora in corso, "è risultata l'assenza dei marcatori per HCV, escludendo l'ipotesi che le infezioni da HCV fossero state trasmesse attraverso le trasfusioni". Sono stati inotre esaminati anche tutti gli operatori tecnici e sanitari del servizio trasfusionale, ma anche in questo caso "nessuno è stato rilevato portatore del virus HCV". "Il CNS - ha evidenziato Faraone - ha anche raccolto la documentazione relativa all'analisi delle possibili cause di trasmissione ospedaliera attraverso manovre invasive (inserimento di aghi cannula), peraltro ancora in fase di completamento".
 
Al momento dunque, ha affermato il sottosegretario, "si può escludere che la sieroconversione HCV registrata sia imputabile ai donatori, e ciò consente anche di evidenziare l'elevato grado di sicurezza trasfusionale conseguito".
 
Marialucia Lorefice (M5S), replicando, si riserva di leggere l'articolata risposta fornita dal Governo per poterla valutare in maniera più ponderata. Ricorda comunque che, a fronte di una normativa completa per quanto riguarda i protocolli da seguire e le misure che dovrebbero garantire la massima sicurezza, il numero di casi di contagio da epatite C è ancora elevato. 
 
 
Giovanni Rodriquez
3 febbraio 2017
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