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QS Edizioni - martedì 7 maggio 2024

Governo e Parlamento

Manovra: sindacati, no ad accanimento sui medici del Ssn

immagine 24 maggio - L'Anaao-Assomed e la Cimo-Asmd contro le ipotesi di blocco dei contratti fino al 2013, di riduzione degli stipendi e di interventi sulle pensioni. Chiesto l’intervento del ministro della Salute Ferruccio Fazio.
"I medici dipendenti non ci stanno a pagare il prezzo più alto in termini economici e di condizioni di lavoro, e, nonostante le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, mantengono altissima la guardia”. Con una nota diffusa alla vigilia della presentazione della manovra economica l’Anaao Assomed esprime forti critiche sui provvedimenti che interverrebbero direttamente sui contratti dei medici: “I medici pubblici, che hanno redditi sottoposti a prelievo fiscale alla fonte ed uno status del tutto speciale di “dirigenti”, verranno sottoposti al prelievo forzoso di parte del loro stipendio; il blocco della contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2010/2012 determina un mancato incremento delle varie voci retributive pari al 5%; il “contributo” di solidarietà chiesto alle pensioni superiori a 3.500 euro lordi mensili colpirà prevalentemente medici pubblici in quiescenza; il TFR a partire dal 2011 sarà rateizzato e calcolato con parametri  peggiori”.
Interventi contro cui si scaglia anche la Cimo Asmd: "Non siamo più disposti a subire ulteriori abbattimenti economici senza reagire", ha affermato il presidente Riccardo Cassi, secondo cui “i tagli avrebbero ricadute pesanti sulla possibilità di continuare a erogare l’attuale livello di prestazioni ai cittadini”. I medici, evidenzia Cassi, "danno già il loro contributo al bilancio dello Stato lavorando milioni di ore che non vengono pagate dalle Asl e  dalle Aziende" e "non sono più disposti a subire ulteriori abbattimenti economici senza reagire".
L'Anaao Assomed ha quindi chiesto l’intervento del Ministro della Salute contro l’approvazione di questi interventi, annunciando che attiverà i propri organismi dirigenti per promuovere, insieme alle organizzazioni sindacali, di azioni di protesta “tese a contrastare un provvedimento tanto odioso quanto irrilevante ai fini di ‘cassa’”.
 
L.C.
24 maggio 2010
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