“Prima 'fumata bianca' per i ricercatori scientifici in ambito sanitario:
nella legge di bilancio, secondo le ultime stesure, sembra aver trovato posto una norma che consente di inquadrare con contratti a tempo determinato e con una progressione di carriera legata alla produttività scientifica, il personale che attualmente lavora negli Irccs - Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico - con contratti di collaborazione continuativa e professionale o con borse di ricerca”.
Questo il commento di
Sergio Barbieri, vicesegretario vicario del Cimo-Cida sulle norme inserite in legge di Bilancio, auspicando “che tale norma non venga 'sacrificata' durante l'iter parlamentare”.
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Avevamo quasi perso la speranza di vedere realizzata la promessa per la quale il ministro Lorenzin si era lodevolmente spesa - ha aggiunto Barbieri, sottolineando come Cimo-Cida si fosse sempre espresso a favore della proposta – perché sembrava e sembra la soluzione possibile più vicina. Lo aveva fatto anche intervenendo più volte con proposte migliorative ai Tavoli di confronto e sulla stampa”.
“Ora – ha ribadito il rappresentante Cimo-Cida - pare che la futura legge di stabilità contenga provvedimenti in proposito. Bene, benissimo, perché
l'Italia ha tuttora una produzione scientifica di primo livello in ambito biomedico pur avendo poco personale e scarsi investimenti. Avevamo polemicamente intitolato un nostro ultimo intervento 'a quando lo ius soli per i ricercatori?' e siamo felici di poter dire che forse i diritti di cittadinanza sono arrivati”.
“Finalmente smetteremo di buttare via risorse preziose e porremo fine ad un doppio danno: formare personale molto specializzato ma 'costretto' a lavorare all'estero e vedere così destinato altrove, in Paesi spesso 'concorrenti' al nostro, il loro contributo allo sviluppo economico, in contesti produttivi notoriamente votati all'innovazione. Forse - ha concluso Barbieri - ora ci sarà qualcuno al timone del Governo in grado di invertire la rotta. Lo speriamo e per il momento ringraziamo chi nel ministero della Salute ha contribuito a far compiere questo primo passo per dare un nuovo impulso alla competitività scientifica in Italia”.