“È in atto un contenzioso tra i medici di continuità assistenziale - guardie mediche - e la Corte dei Conti, in relazione ad accordi integrativi su base regionale che secondo la magistratura contabile sarebbero in contrasto con l'accordo collettivo nazionale nel quale si parla di ‘onorario omnicomprensivo orario’”. Comincia così il testo della interrogazione con cui i deputati del Pd,
Maria Amato, Giovanni Burtone e
Maria Antezza, tornano a richiamare l'attenzione sulla vicenda dei medici di continuità assistenziale.
“A seguito di questo contenzioso – hanno spiegato i parlamentari nella loro interrogazione -
le Regioni coinvolte - Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise - non solo hanno deliberato la sospensione degli accordi integrativi regionali relativi ai medici di continuità assistenziale, ma anche chiesto la restituzione delle somme fino ad ora percepite”.
“È notizia di questi giorni, infatti – hanno detto ancora i deputati - che
in Basilicata i medici di guardia hanno deciso, come forma di protesta, di non usare più la propria auto per svolgere il servizio. Questo significa che non si sposteranno più dal proprio ambulatorio per viste a domicilio creando inevitabili disagi a pazienti che spesso vivono in zone rurali o anziani impossibilitati a muoversi”.
Alla luce di quanto esposto
gli esponenti del Pd chiedono “se il ministro è a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di individuare un percorso istituzionale con l’obiettivo di scongiurare un grave pregiudizio nella tutela della salute per i cittadini più fragili e per consentire alle guardie mediche di svolgere il proprio importante lavoro”.
“Il contenzioso finora – hanno aggiunto i deputati - non ha trovato soluzioni ed
è il motivo alla base di agitazioni dei medici e di forme di protesta come quella messa in atto in Basilicata”. Per i tre parlamentari si tratta “di una vicenda che vuole attenzione per una categoria, per cui il rischio è nella mansione stessa, soli, in strutture non sempre adeguate, in regioni in cui non c'è guardia pediatrica, in territori infrastrutturalmente insufficienti, la richiesta di un intervento rapido, di concerto con le Regioni per evitare – hanno concluso - un cortocircuito del welfare e della sanità di territori in cui la guardia medica rappresenta la sola risposta del Ssn”.