Le Regioni rilanciano sul superticket e correggono la versione iniziale. Ma lo fanno peggiorando lo svantaggio delle Regioni del Sud e in piano di rientro.
Nella prima versione del decreto, infatti, era previsto il riparto dei 60 milioni stanziati nella manovra di bilancio 2018 per il 90% (54 milioni) con un unico criterio: il volume di ricette di specialistica ambulatoriale.
Il restante 10% era previsto per Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna Toscana, Umbria e Basilicata “in rapporto allo scostamento tra il gettito teorico” derivato dall’applicazione della quota fissa e il gettito “effettivamente introitato nel 2016 dalle sole Regioni che hanno attivato misure alternative” al superticket.
In questo modo a 5 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana), sarebbero state assegnate circa il 70% delle risorse del Fondo.
Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia tutte insieme avrebbero avuto a disposizione solo il 12,5% del Fondo.
Ora, con la richiesta di modifica delle Regioni al decreto la quota del 90% da ripartire in base al criterio delle ricette di specialistica ambulatoriale si abbassa all’80% (48 milioni quindi) mentre alle Regioni che avevano adottato misure alterative andrebbe il 20%, riducendo ancora di più la disponibilità per le Regioni a cui prima sarebbe “rimasto” solo il 12,5 per cento.