Secondo indiscrizioni apprese in tarda serata con i lavori ancora in corso, la Commissione Bilancio sta esaminando un emendamento all'art. 32 del decreto anti-crisi che cambierebbe radicalmente i termini della liberalizzazione della fascia C con ricetta.
L'emendamento prevede infatti un abbassamento a 12.500 abitanti della soglia sotto la quale non scatterebbero le liberalizzazioni (il decreto prevedeva 15.000 abitanti) e poi viene previsto che fuori dalla farmacia saranno vendibili solo farmaci senza ricetta.
Per individuarli viene demandato all'Aifa il compito di stilare una lista apposita di medicinali dell'attuale fascia C che potranno essere venduti in esercizi con requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi stabiliti da un decreto del ministero della Salute da emanare entro 60 giorni.
Nella lista dell'Aifa, che dovrà essere emanata entro 120 giorni sentito il Ministero della Salute e che sarà periodicamente aggiornabile, saranno inseriti i farmaci in fascia C, oggi con obbligo di ricetta, per i quali sarà consentita la vendita senza ricetta medica. Esclusi a priori dalla lista i medicinali con ricetta non ripetibile, gli stupefacenti e psicotropi, i farmaci del sistema endocrino (contraccettivi e ormoni) e quelli somministrati per via parenterale (inettabili).
Se l'emendamento fosse approvato spetterebbe quindi solo alle farmacie la competenza della vendita dei farmaci con ricetta medica ripetibile e non, della fascia C a carico del cittadino.