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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Governo e Parlamento

Gli eroi del Covid sotto accusa. Come difenderli? Carnevali (PD): “Trovare soluzione giuridica all’interno della manovra”

di Giovanni Rodriquez
immagine 16 novembre - "Ora trovo ci sia merito e disponibilità a trovare una sintesi, che non sia una sorta di “condono tombale” ma l'apertura verso una stagione nuova di 'sanità responsabile'. Il rischio determinato dall’assenza di decreti di governo o del legislatore è stato quello di lasciare la professione sanitaria senza alcuna protezione, con possibili oneri rilevanti in termini economici e conflittuali". E sul Tavolo di lavoro promosso da Federsanità la capogruppo PD in Affari Sociali: "Trovo positiva l'iniziativa".
La legge di Bilancio può essere l'occasione per trovare risposta all'irrisolto problema riguardante la responsabilità sanitaria alla luce della crisi pandemica. Ne è convinta Elena Carnevali, capogruppo PD in Commissione Affari Sociali, che in questa intervista apre ad una possibile collaborazione in Parlamento con l'opposizione e, soprattutto, alle proposte che potrebbero prossimamente arrivare dalle caterogie interessate.
 
On. Carnevali oggi il Consiglio dei ministri vareà la manovra di bilancio. Chi si aspettava qualcosa sulla responsabilità sanitaria degli operatori sanitari e delle aziende del Ssn è rimasto deluso, almeno a leggere la bozza. Eppure il tema è molto sentito e le preoccupazioni degli addetti su un'esplosione del contenzioso post Covid crescono...
Il Partito Democratico aveva provato a mettere in campo durante la conversione del decreto Cura Italia dello scorso marzo, con il secondo emendamento a firma Marcucci, una proposta che riconosceva l’eccezionalità dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del virus, in una fase di profonda impreparazione e scarsità di mezzi, rivisitando il concetto di colpa grave. Un obiettivo che aveva la presunzione, di tenere insieme la necessità di garantire il diritto a coloro che si ritengono “offesi” ed a coloro che avevano operato di tenere in considerazione le condizioni di estrema eccezionalità e drammaticità.
 
Non si riuscì però a portare a termine quell'operazione.
Ci furono posizioni divergenti, in particolare da chi – in rappresentanza di alcune categorie sindacali o ordinistiche - temeva fosse venuta meno l’opportunità di rivalsa verso le “strutture”. Da allora si aprì una stagione di confronto con tavoli tecnici al ministero con tutte le categorie professionali e sindacali ma una sintesi non mi sembra che venne alla luce.
 
Dall'opposizione, la Lega con l'on. Garavaglia (vedi nostra intervista a parte) ha aperto alla possibilità di un confronto con la maggioranza per dare una risposta al settore già in manovra, che ne pensa?
Ora mi sembra che le condizioni, sia in Parlamento che tra le parti chiamate in causa siano un po’ diverse e ci sia merito e disponibilità a trovare una sintesi, che non sia una sorta di “condono tombale” ma l'apertura verso una stagione nuova di “sanità responsabile”. Il rischio determinato dall’assenza di decreti di governo o del legislatore è stato quello di lasciare la professione sanitaria senza alcuna protezione, con possibili oneri rilevanti in termini economici e conflittuali. Una condizione difficile sia per i cittadini che per i professionisti e per chi ha l’onere della gestione aziendale che, salvo palesi e manifeste violazioni, rischia di aggravare ancor di più il clima sociale e lavorativo e dove alcuni operatori sanitari e socio sanitari hanno pagato al prezzo della vita la loro professione.
 
Per fugare ogni possibile dubbio, non c'è alcuna volontà di sollevare le Aziende da ogni loro possibile responsabilità.

Assolutamente no. E deve essere altrettanto chiaro che, fin dallo scorso aprile, l'intento non è mai stato quello di eliminare la responsabilità civile della struttura verso gli operatori sanitari della struttura. Allo stesso modo, non ci dovranno essere sconti e facili vie di uscita sia rispetto ad eventuali responsabilità politiche che rispetto a responsabilità gestionali connotate da inescusabili e quindi inaccettabili condotte od omissioni da parte delle direzioni aziendali.
 
Proprio su questo tema Federsanità, rappresentanze della professione medica e diversi stakeholders hanno attivato la scorsa settimana un tavolo di lavoro per l'elaborazione di una possibile proposta normativa da indirizzare al Parlamento, sareste disposti ad accoglierla?
Trovo positiva l’iniziativa promossa da Federsanità che spero possa essere magari allargata anche ad altre rappresentanze. Una apertura a trovare un terreno di sintesi e la disponibilità ad un tavolo tecnico che va salutata con favore, coinvolgendo anche il Ministero della salute. Questa può essere l’occasione anche mettere a sintesi le varie posizioni tra gruppi parlamentari anche tra maggioranza e opposizione inaugurando una stagione di collaborazione nuova, viste le difficoltà territoriali ancora attuali nell’affondare la risposta all’emergenza sanitaria.
 
 
Del resto gli interlocutori di questo Tavolo di lavoro hanno ragione nel sollevare problematiche quali, ad esempio, la mancata emanazione di alcuni decreti attuativi della Cd. Legge Gelli, assenza ancor più rilevante in tempo di pandemia. Il governo ed il Parlamento nel frattempo hanno messo in campo misure di solidarietà attraverso il Fondo vittime da Covid in favore degli esercenti la professione sanitaria, gli indennizzi attraverso Inail per coloro che hanno avuto esiti o deceduti a causa della malattia da Covid-19, oltre all’estensione della legge 407/98 anche a chi a subito invalidità permanente a causa della epidemia o ai loro famigliari. Una scelta doverosa e giusta di solidarietà e “risarcimento” che potrà essere ancora più compiuta con l’apertura di questa nuove disponibilità della politica, delle istituzioni, delle rappresentanze dei professionisti e delle aziende sanitarie pubbliche e private.  
 
Giovanni Rodriquez
16 novembre 2020
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