“È ingiusto e profondamente iniquo che chi studia per diventare medico di base sia soggetto ad un duro trattamento fiscale e non veda riconosciuti alcuni diritti fondamentali, dalle ferie alla maternità”. Lo dichiara la parlamentare del Partito democratico Luciana Pedoto membro della Commissione Affari Sociali della Camera che ha presentato una risoluzione parlamentare in cui chiede al Governo “un rapido intervento per equiparare lo status giuridico e fiscale dei corsisti in medicina generale a quello degli specializzandi e quindi assicurare che i costi assicurativi professionali e per gli infortuni siano sostenuti dagli enti che organizzano i corsi, che venga riconosciuto il diritto alla ferie retribuite e alla maternità e che le borse di studio siano soggette a regime agevolato”.  
Un medico iscritto a un corso di medicina generale – spiega la Pedoto – percepisce una borsa di studio pari a circa 11.600 euro/anno lordi, la borsa è soggetta a tassazione Irpef e Irap, in seguito alla quale l'importo mensile netto è di soli 800 euro mensili. Peraltro, durante l’intera durata del corso (tre anni), il medico deve sostenere le spese assicurative e gli è inibita la libera professione. Siamo davanti ad un vero e proprio caso di disuguaglianza che colpisce migliaia di giovani italiani a cui lo Stato sembra voler mettere i bastoni tra le ruote in un momento così importante come quello della formazione. Una condizione del tutto ingiustificata – conclude la parlamentare – visto che la medicina generale costituisce, peraltro, uno dei pilastri fondamentali su cui si regge il Sistema Sanitario Nazionale”.

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