Il presidente Errani ha tenuto a sottolineare come “il tavolo è 'post' approvazione della manovra. Perchè c'è già stata la fiducia al Senato, e ci sarà alla Camera. È chiaro che siamo dentro questa dinamica. Ciò non toglie che, visto che i tagli scatteranno dal primo gennaio, di qui ad allora c'è lo spazio per cambiare quella manovra”. Il governatore dell’Emilia Romagna dopo aver ribadito di “cercare un accordo ma di aver fin’ora trovato un muro”, ha proseguito dicendo che proprio nell’interesse dei cittadini, delle imprese e del Paese sarà necessario “scavalcarlo insieme”. “Le Regioni hanno fatto un documento unanime la settimana scorsa - ha concluso Errani - che dice tre cose semplici e chiare: la manovra è insostenibile, bisogna cambiare il peso sulle Regioni. Secondo, vogliamo la piena applicazione del federalismo fiscale della legge 42. E, infine, vogliamo che le competenze trasferite alle Regioni, come dice l'articolo 119 della Costituzione, siano finanziate. Questa è la posizione delle Regioni e su queste basi chiediamo un tavolo di discussione”.
Più ‘morbida’ la posizione del
presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che ha apprezzato la posizione presa dal Governo: “L'apertura rapida di questo tavolo Governo-Regioni e il contestuale avvio della commissione sugli sprechi della pubblica amministrazione concordato con il presidente del Consiglio, possono segnare l'avvio di una nuova e positiva fase istituzionale”, ha commentato.
A giudicare “positive” le intenzioni del ministro Raffaele Fitto è stato anche
il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Il governatore, in un’intervista a ‘La Stampa’, ha lanciato una proposta affinché “anche le Regioni abbiano un ruolo di compartecipazione nella lotta contro l'evasione fiscale”. Le Regioni, secondo Rossi, possono entrare nella lotta all'evasione “con una struttura regionale in grado di funzionare da coordinamento con pezzi di controllo dello Stato”. In Toscana i tagli previsti dalla manovra peseranno per 350 mln di euro all'anno e nonostante i tentativi di riduzione degli sprechi, difficilmente si riuscirà ad attutire l’impatto. “Tagliando gli sprechi – ha concluso - al massimo si potrà arrivare a risparmiare 60-70 milioni di euro” e non si può “immaginare di aumentare le tasse a chi già le paga”.
G.R.