Sono scese ieri a 20mila le somministrazioni di prime dosi contro il Covid. Il calo in atto da diverse settimane preoccupa e rischia di allungare di molto il
nuovo obiettivo del 90% di vaccinazioni fissato dal commissario all'emergenza
Francesco Paolo Figliuolo. Tenendo questo ritmo si rischia di arrivare al 2022.
Che fare quindi per invertire queste tendenza? Al momento dalle parti del Ministero della Salute non c'è nessun piano ufficiale, ma le ipotesi in campo sono sostanzialmente due: estendere il Green pass oltre la scadenza del prossimo 31 dicembre, prolungando anche lo stato di emergenza almeno per la prima parte del 2022; oppure introdurre un obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori a contatto con il pubblico, così come oggi già avviene per gli operatori sanitari.
Con una possibile proroga del Green pass si punterebbe a convincere i più scettici che oggi hanno deciso di optare per i tamponi anche per via del fatto che già a dicembre il provvedimento potrebbe venir meno. Sarebbe dunque un modo per dissuaderli facendo svanire ogni speranza di una scadenza a breve termine della misura. Come dicevamo sarebbe però necessario un passaggio preliminare per rinnovare lo stato di emergenza che non potrà più essere prorogato oltre il 31 gennaio 2022.
Di contro potrebbe essere più semplice introdurre un obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori a contatto con il pubblico, un po' come ipotizzato ieri anche dal direttore dell'Istituto Spallanzani di Roma,
Francesco Vaia. Si parlerebbe dunque di una platea estremamente vasta di persone che potrebbe essere sufficiente per raggiungere il target del 90% in tempi brevi.