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QS Edizioni - giovedì 9 maggio 2024

Magi (Sumai): “Questo significa incentivare la medicina difensiva”

6 aprile - “Secondo la sentenza della Cassazione in cui si afferma che ‘lo specialista non deve limitarsi solo al controllo del paziente secondo la sua specialità’ e per questo un neurologo è stato condannato per il decesso di un paziente affetto da problemi cardiaci, rilevati successivamente, rischia di incentivare come unica soluzione da parte del professionista quello di applicare azioni riconducibili alla medicina difensiva”. Antonio Magi, segretario generale del Sumai Assoprof, commenta quanto stabilito dalla Cassazione. 
 
“È evidente che d’ora in poi c’è il rischio che ogni medico, alla luce di quanto stabilisce questa sentenza per cui la limitazione della responsabilità va ricercata solo nel caso in cui il medico abbia agito secondo la best practice, si sentirà naturalmente spinto ad applicare atti di medicina difensiva per evitare di avere problemi in un secondo momento”.
 
“Un recente studio del ministero della Salute – conclude Magi – ha stabilito che la medicina difensiva, praticata per paura di essere denunciati e che consiste in farmaci, visite, esami e ricoveri che non servono, ci costa quasi un punto di Pil quindi circa 10 miliardi di euro, alla luce di questa sentenza mi viene da pensare che vi sia il rischio concreto che possa essere destinata a crescere. Il sistema è in grado di reggere un eventuale aumento? E come categoria medica cosa vogliamo fare, fino a che punto siamo disposti a sopportare?”. 
6 aprile 2018
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