9 dicembre -
“Da dieci anni si discute su una situazione che aveva trovato una soluzione nel 2007. L'attività libero professionale intramuraria continua a essere oggetto di indecisione e proroghe; il ritardo che il nostro Paese ha accumulato è inaccettabile, soprattutto perché una legge, la numero 120 del 2007, già esiste e andrebbe solo applicata”". Così Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, sull'appello dei sindacati dei medici al ministero della Salute per ottenere la proroga dell'esercizio della libera professione intramoenia in forma allargata.
"Tutti i medici, tecnici e infermieri dovrebbero avere la possibilità di svolgere la libera professione - continua Marino - lo facciano però all'interno dell'ospedale, al di fuori dell'orario di lavoro e garantendo un numero di prestazioni esattamente uguale a quelle offerte quando sono in servizio. Questo ridurrebbe le liste di attesa e anche consentirebbe alle persone di scegliere più liberamente, senza costringerle a optare per le prestazioni private solo perché quelle pubbliche sono più deboli. Le proroghe – conclude il senatore del Pd - posticipano soltanto un problema che potrebbe facilmente essere risolto se i direttori generali degli ospedali provvedessero ad adeguarli alla legge".