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QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Colacurci (Agui): “Il rischio di contenziosi medico legali allontana i giovani dalla sale parto”

12 febbraio - “Le nostre rivendicazioni sono sostanzialmente le stesse dello scorso anno, di fatto nulla è cambiato. La nostra Associazione, in particolare, si batte da sempre per risolvere il problema degli specializzandi. Tocchiamo ogni giorno con mano che troppi studenti che frequentano le sale parto si trovano a ricevere avvisi di garanzie e denunce al pari degli strutturati. È una cosa che ha del paradossale. C’è una problematica assicurativa che, se è drammatica già per noi, diventa tragica per questi giovani i quali si trovano a dover far fronte a spese che non sono in grado di gestire. Ci sono stati anche diversi casi di denunce ricevute a 9 anni di distanza dall’evento, quando è praticamente impossibile anche solo ricordarsi quanto accaduto. Hanno ricevuto denunce addirittura medici ormai in pensione da anni". E' quanto dichiarato da Nicola Colacurci, presidente dell'Associazione ginecologi universitari italiani (Agui), in merito allo stato di agitazione dei ginecologi.

"Tutto questo fa sì che i giovani sempre meno vogliono andare a formarsi nelle sale parto, perché si deve anche tener conto che, al di là dell’eventuale ingente danno economico cui potrebbero andare incontro se qualcosa dovesse non andare per il verso giusto, ricevere un avviso di garanzia o una denuncia comporta anche una destabilizzazione molto importante dal punto di vista emotivo, motivazionale - ha spiegato -. Purtroppo non credo che il Governo si stia attivando realmente per trovare una soluzione concreta a tutto questo. Si parla da anni di disegni di legge presentati, ma la realtà è che noi ci troviamo ancora ad operare in queste situazioni, abbandonati a noi stessi, con le stesse Aziende che, in caso di condanna, tendono a rifarsi sul singolo professionista".
 
"Non dimentichiamo poi che con il blocco del turnover - ha concluso il presidente Agui - ci troviamo con un personale sempre più anziano, spesso demotivato a causa di denunce a proprio carico e ulteriormente penalizzato da turni di lavoro massacranti”. 
12 febbraio 2014
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