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QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Marchi (Aio): “La carenza di organici espone ostetriche, medici e pazienti a rischi”

12 febbraio - “Rispetto allo sciopero indetto l’anno scorso la situazione è rimasta invariata. Anche questa volta rivendichiamo come nostre le rimostranze avanzate dai ginecologi riguardo il problema della mancanza di norme adeguate sulla responsabilità professionale e la mancata attuazione della norma sui Punti nascita. Ma, come Associazione Italiana di Ostetricia, chiediamo anche di rivedere gli organici delle ostetriche assumendo quindi nuovo personale. Spesso e volentieri, infatti, nei posti di lavoro si trova una quantità esigua di ostetriche rispetto al reale fabbisogno. Questa situazione ha ripercussioni importanti sulle professioniste comportando ritmi stressanti, mancanza di adeguato riposo ed eccessivi carichi di lavoro che mettono ostetriche, medici e pazienti a rischio. L’errore dei sanitari coinvolti è solo l’effetto, bisogna agire sulla causa". E' quanto dichiarato da Antonella Marchi, presidente dell'Associazione italiana di ostetricia (Aio), sullo stato di agitazione dei ginecologi.

"In Italia - ha proseguito la presidente dell'Aio - assistiamo ancora a concorsi presi da assedio da mille professionisti che tentano di accaparrarsi gli unici due posti disponibili. È una situazione vergognosa. Basta osservare il resto d’Europa per vedere come, invece, si è puntato sull’assunzione di ostetriche proprio per migliorare l’assistenza alla maternità. C’è poi da rimarcare un’inadeguatezza strutturale e tecnologica, si chiudano i Punti nascita che non rispettano gli standard previsti. Allo stesso modo, non è possibile che ancora non vi siano percorsi di fisiologia nei consultori e negli ospedali affidati alle ostetriche, nonostante esista una normativa a riguardo, che poi è sempre la stessa dei Punti nascita".

"Infine - ha concluso Marchi - bisogna prestare attenzione anche ad un altro fenomeno: la carenza di personale e la presenza di molte strutture obsolete fa sì che l’utenza cerchi alternative per l’assistenza, rischiando troppo spesso di mettersi in mano a coloro che esercitano in maniera abusiva la professione”.

 
12 febbraio 2014
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