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QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Baroni (M5S): "Bianco omette che il suo caso è in Giunta elezioni sulla base della Legge del 1953"

9 dicembre - Le valutazioni espresse da Amedeo Bianco nella relazione nella sua relazione al Consiglio nazionale della Fnomceo “denotano una pesante omissione in quanto nel Comitato della Giunta per le elezioni e immunità il caso dei senatori con cariche negli ordini professionali è giunto non in riferimento alla 39/2013, ma sulla base della legge 60 del 1953”. E A parere dei deputati M5S “il senatore Bianco è perfettamente a conoscenza di questa legge ma evidentemente ha preferito ometterla”. E’ il duro attacco espresso da Massimo Enrico Baroni, componente della Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati.

Il M5S chiede quindi che Bianco “scelga di rinunciare a uno dei due incarichi, quello ordinistico e quello parlamentare”. Baroni sottolinea infatti che l'articolo 2, della Legge 15 febbraio 1953, n. 60, dispone che “i membri del Parlamento non possono ricoprire cariche, né esercitare funzioni di amministratore, presidente, liquidatore, sindaco o revisore, direttore generale o centrale, consulente legale o amministrativo con prestazioni di carattere permanente, in associazioni o enti che gestiscano servizi di qualunque genere per conto dello Stato o della pubblica Amministrazione, o ai quali lo Stato contribuisca in via ordinaria, direttamente o indirettamente”.

Baroni ricorda poi che il Movimento, come affermato anche in una lettera inviata al Presidente del Senato Pietro Grasso, ha già chiesto anche la rinuncia da parte di Bianco a una delle indennità previste per i due incarichi, restituendo quanto percepito sino a oggi. Viene infatti richiamato l’art. 3 legge 31 ottobre 1965, n. 1261 “Determinazione della indennità spettante ai membri del Parlamento” che dispone: “Con l'indennità' parlamentare non possono cumularsi assegni o indennità, medaglie o gettoni di presenza comunque derivanti da incarichi di carattere amministrativo, conferiti dallo Stato, da Enti pubblici, da banche di diritto pubblico, da enti privati concessionari di pubblici servizi, da enti privati con azionariato statale e da enti privati aventi rapporti di affari con lo Stato, le Regioni, le Province ed i Comuni”.

“Proseguiremo la nostra battaglia – ha assicurato Baroni – finché la trasparenza non sarà garantita pienamente. Il tema della doppia indennità configura un grosso danno erariale e per questo è necessario un radicale cambiamento”.
 
9 dicembre 2014
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