Ampliare i servizi della farmacia di migliorare l'aderenza alle terapie al fine ridurre al minimo il rischio intrinseco dell'uso di medicinali. E poi garantire la continuità delle cure farmacologiche durante tutto il percorso del paziente come parte integrante parte della collaborazione nei team delle cure primarie e ridurre l'onere rappresentato dalle malattie croniche fornendo screening sanitari, gestione dei farmaci, promozione della salute. Ma non solo, garantire che i pazienti possano accedere ai trattamenti vicino alla propria abitazione o nei luoghi di lavoro o a domicilio. Sono questi alcuni dei capisaldi cui devono mirare in questo decennio le farmacie territoriali europei. A disegnare gli obiettivi per la farmacia 2030 è l’associazione europea delle farmacie Pgeu che in un position paper traccia il futuro della categoria.
Nel documento si propone di “coinvolgere da vicino i farmacisti di comunità nei modelli di assistenza” perché per “raggiungere veramente l’assistenza integrata occorre unire le forze e le competenze di ciascun membro del team sanitario”.
Fondamentale poi sarà il “concedere l'accesso ai farmacisti a tutte le informazioni sulla salute dei pazienti e l'elenco dei farmaci che stanno prendendo”.
“Ad esempio – propone Pgeu - , potrebbe essere condivise le cartelle cliniche elettroniche, nel rispetto delle norme sulla protezione dei dati e sulla privacy. Questo potrebbe garantire la continuità delle terapie farmacologiche, anche durante le transizioni del paziente tra strutture di assistenza secondaria e primaria”
Altro obbiettivo è quello di potenziare “stabilire quadri normativi - dove necessario - per consentire e supportare farmacisti di comunità nel giocare un ruolo più importante nella sanità pubblica e negli interventi di prevenzione”.
Ma aspetto decisivo sarà quello consentire alle farmacie di “fornire l'intera gamma di medicinali, di poter consegnare i medicinali alle case di cura e a casa dei pazienti e “offrire una gamma più ampia di dispositivi medici”.