toggle menu
QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lavoro e Professioni

Sanità privata. I medici Cimop tornano a chiedere il rinnovo del contratto

immagine 2 settembre - La presidente De Rango: “La politica non ha saputo intervenire in una situazione così incresciosa. Si auspica che nell'ipotesi di un incremento di prestazioni nel settore privato, le Istituzioni si facciano carico di inserire dei controlli sulla condizione in cui queste prestazioni vengono erogate al fine di evitare lo sfruttamento dei lavoratori”.

"Le voci secondo cui le prestazioni del SSN appaltate alla Sanità Privata, attualmente erogate per il 25%, saliranno entro 5 anni al 35-37 % preoccupano i Medici della sanità privata, che da ben 17 anni sono in attesa che AIOP rinnovi il contratto collettivo nazionale di lavoro. Infatti, a fronte di un rinnovo contrattuale sottoscritto da AIOP per il comparto non medico, con risorse messe a disposizione dal Ministero della Salute e dalle regioni, ciò non si è verificato per i medici, nonostante le numerose sollecitazioni al Ministero della Salute e ad AIOP da parte di Cimop e della Federazione CIMO-Fesmed alla quale Cimop ha aderito".

Così la dott.ssa Carmela De Rango, Segretario Nazionale della Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata (CIMOP), secondo cui “chi soffia sulle ceneri della sanità lo fa per confondere la pubblica opinione”.

Ora si legge sulla stampa che "al momento i servizi di salute privato garantiscono il diritto alla salute dei cittadini erogando il 25% di tutte le prestazioni e i servizi ospedalieri resi alla popolazione dal Servizio Sanitario Nazionale e che i Medici, Infermieri e OSS del pubblico sono preoccupati perché questo vorrà dire chiudere o riassemblare servizi pubblici mentre i cittadini invece non temono niente, riuscendo ad ottenere prestazioni di qualità in ogni caso".

“Questi stessi cittadini che non temono niente devono conoscere il disagio che stanno attraversando i medici della sanità privata che lavorano nelle aziende associate AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) che hanno un contratto di lavoro fermo al 2005, con dei tabellari che si differenziano notevolmente al ribasso rispetto a quelli pubblici (almeno del 50%)”.

"I cittadini - osserva De Rango - devono sapere che questa situazione è voluta da AIOP che cerca finanziamenti pubblici per il rinnovo del contratto ma anche dal Ministero della Salute che ha provveduto ad erogare risorse per il personale non medico ma ha ritenuto di  non intervenire per il personale medico, creando così una discriminazione tra lavoratori e un'illusione di contribuzione ad una associazione (AIOP) che si è trincerata dietro questa attesa quale motivazione di una mancata sottoscrizione di un contratto discusso e condiviso con CIMOP in ogni sua parte. I medici quindi sono preoccupati che a fronte di un aumento di carico di lavoro, il loro potere di acquisto con dei salari così bassi, sarà sempre minore e che quindi dovranno trovare delle soluzioni dignitose alternative.

La politica non ha saputo intervenire in una situazione così incresciosa. Si auspica che nell'ipotesi di un incremento di prestazioni nel settore privato, le Istituzioni si facciano carico di inserire dei controlli sulla condizione in cui queste prestazioni vengono erogate al fine di evitare lo sfruttamento dei lavoratori. E' auspicabile inserire nei criteri di accreditamento, la revoca dell'accreditamento qualora i contratti non vengano regolarmente rinnovati, ed erogati stipendi dignitosi!"

E conclude: "Contribuire a creare una contrapposizione ad hoc tra lavoratori del pubblico e del privato non è ciò che occorre al sistema sanitario italiano, reduce da due anni di Covid e atteso dagli interventi previsti nel Pnrr. Piuttosto, anche al fine di armonizzare iniziative e riforme, è imprescindibile una stagione di dialogo che sia onesto e franco il più possibile con al centro le priorità improcrastinabili, come appunto il tanto sospirato rinnovo contrattuale e l'adeguamento degli stipendi dopo 17 anni di blocco totale".

2 settembre 2022
© QS Edizioni - Riproduzione riservata