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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Medici. Sileri: “Per fermare la carenza la soluzione non è abolizione del numero chiuso”

immagine 15 settembre - Il sottosegretario alla Salute: “È semplicistico pensare che si possa superare la carenza di personale medico abolendo il numero chiuso, perché il problema non è a monte bensì a valle, nella fuoriuscita dei medici dal SSN a quaranta o cinquanta anni di età”.

“La carenza di medici nel Servizio Sanitario Nazionale si può risolvere solo rendendo più attrattiva la sanità pubblica”. Ai microfoni di Radio Cusano Campus il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri torna su un tema, la carenza di personale sanitario, tornato recentemente di attualità a seguito dei test per l’ammissione alle facoltà di medicina. “È semplicistico pensare che si possa superare la carenza di personale medico abolendo il numero chiuso, perché il problema non è a monte bensì a valle, nella fuoriuscita dei medici dal SSN a quaranta o cinquanta anni di età. La sanità pubblica rischia di diventare sempre meno attrattiva, soprattutto in alcune aree come la medicina di urgenza o la chirurgia generale: turni massacranti, stipendi più bassi della media europea, minacce e cause legali, sedi lavorative disagiate, grande difficoltà di conciliare vita e lavoro soprattutto per le donne, che spesso oltre al lavoro devono prendersi cura di figli piccoli o genitori anziani e non trovano servizi adeguati, per esempio asili nido negli ospedali in cui lavorano. Sono tanti piccoli fattori che rendono sempre meno gratificante il lavoro nella sanità pubblica e favoriscono l’abbandono prima del tempo. Ecco perché quando si guardano le statistiche sul numero di medici in rapporto alla popolazione in Italia bisogna tener conto non del numero totale degli iscritti agli Ordini professionali ma di quelli che effettivamente operano nella sanità pubblica: un numero che purtroppo continuerà a diminuire se non interverremo per dare maggiore appeal al servizio sanitario nazionale, con stipendi più elevati, incentivi per le sedi e le aree mediche meno attrattive, servizi per la conciliazione di vita e lavoro, maggiore tutela nel contenzioso giudiziario”.

Sileri si è infine soffermato sulla campagna elettorale in corso e sulla scarsa presenza dei temi sanitari nel dibattito politico attuale: “La sanità è sempre stata un po’ la Cenerentola delle campagne elettorali, e quest’anno a maggior ragione, visto che stiamo uscendo da due anni e più di emergenza pandemica, per la quale possiamo dire che il peggio è passato. I fondi del PNRR ci hanno inoltre consentito di impostare in questi anni le basi per una riorganizzazione della sanità pubblica, i cui frutti si inizieranno a vedere nel prossimo futuro. Oggi quindi le urgenze sono altrove, c’è la guerra e c’è il tema dell’energia che comunque impatta anche la sanità, visto che tra le strutture più energivore vi sono gli ospedali. Il nuovo governo dovrà fronteggiare problemi ancora più grandi rispetto alla pandemia, perché la crisi globale in atto va a colpire un sistema già duramente provato e che stava appena iniziando a riprendersi”.

15 settembre 2022
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