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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Allarme dei cardiologi: “Non sacrificare eccellenze con politiche tagli lineari”

immagine 15 dicembre - Si apre oggi a Roma il 73° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia. Malattie cardiovascolari restano prima causa di morte. Razionalizzazione le risorse non vuol dire solo tagli, ma “individuazione degli sprechi con interventi mirati, da condividere con professionisti e società scientifiche”. 
“La Relazione sullo stato sanitario del Paese presentata dal Ministro della Salute Balduzzi certifica un dato che la Società Italiana di Cardiologia e i cardiologi tutti da tempo sottolineano: la necessità di privilegiare l’attenzione agli stili di vita; oggi più che mai in un quadro di persistente crisi economica e di aumento dell’aspettativa di vita, con tutte le conseguenze legate alla crescita delle malattie croniche e di aumento di costi per i sistema sociosanitari di tutto il mondo”. Con queste parole Salvatore Novo, presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), ha presentato il 73° Congresso nazionale della Sic, che si apre oggi a Roma.

“L’attuale situazione economica ci impone scelte di priorità che, però, non devono danneggiare una disciplina come la cardiologia che ha contribuito per l’80% al risultato dell’allungamento dell’aspettativa di vita di 7 anni negli ultimi 30 – ha spiegato Francesco Romeo, presidente della Federazione italiana di cardiologia (Fic) - e che non può essere trattata con un taglio lineare, che proprio per la sua geometria taglia principalmente le punte, cioè le eccellenze”.

La giusta risposta agli attuali bisogni di rivedere la spesa sanitaria, per i vertici della cardiologia nazionale, è certamente nella razionalizzazione delle risorse, che però non vuol dire solo tagli, bensì “individuazione degli sprechi attraverso una politica di interventi mirati, da condividere con un tavolo tecnico di professionisti e società scientifiche”.

“Non dimenticando – ha spiegato ancora Novo – che bisogna pensare non solo all’oggi, ma soprattutto al futuro, perché oggi costruiamo il nostro domani, e di fronte a 1 bambino su 3 in sovrappeso od obeso, non possiamo non porci la domanda se anziché semplicemente risparmiare non si debba invece investire in prevenzione, favorendo appunto quegli stili di vita alimentari e di attività fisica che le giovani generazioni stanno completamente perdendo. Proprio per queste ragioni, le principali parole d’ordine del congresso Sic 2012 sono ‘giovani’ e ‘prevenzione’”.

Gli ultimi dati Istat disponibili (2009) indicano che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte con 224.830 decessi (il 38,2% del totale); lo sono tra le donne con 127.060 decessi pari al 42,1%, mentre negli uomini sono al secondo posto (97.770 decessi; il 34,1%) dopo i tumori.

Parlando di prevenzione, tra i molti ed estremamente attuali argomenti che verranno affrontati nel corso del congresso, emerge quello della “morte improvvisa”. Secondo Francesco Fedele, presidente della Federazione italiana cuore e circolazione, “in Italia il 21% dei 10.000 ragazzi tra i 16 e i 18 anni delle scuole superiori sottoposti a elettrocardiogramma nel corso di visita medica per valutare l’idoneità all’attività sportiva amatoriale, nell’ambito del progetto ‘A scuola di cuore’, promosso dalla Fondazione in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, ha presentato anomalie meritevoli di approfondimenti e nell’1% dei casi sono state riscontrate patologie degne della massima attenzione che hanno richiesto approfondimenti quali risonanza magnetica nucleare cardiaca, studio elettrofisiologico, test alla flecainide e analisi genetica con screening dei famigliari nei casi di malattia geneticamente trasmissibile”.

“Questi dati sono particolarmente significativi, perché confermano come la prevenzione primaria diventa un’arma fondamentale al fine di intercettare tempestivamente le patologie cardiovascolari e di prevenire la morte improvvisa, che nello sport è causata nel 95% dei casi proprio da disturbi al cuore”, ha commentato Novo. Nel nostro Paese sono circa 11 milioni i giovani che praticano attività sportiva occasionalmente e per i quali è previsto un semplice certificato di sana e robusta costituzione.

“Tale attestazione ha ormai dimostrato di essere del tutto insufficiente nell’evidenziare cardiopatie occulte che spesso sono pericolose anche nello svolgimento dello sport amatoriale, non professionale”, ha spiegato Fedele, che ha aggiunto come il progetto preveda anche attività di formazione di studenti e docenti (ben 243 professori e 246 studenti provenienti da 117 scuole delle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) alla rianimazione cardio-polmonare di base ed all’uso del defibrillatore semi-automatico, con l’obiettivo di rendere possibile “l’unico intervento valido affinché un evento drammatico non diventi fatale. “A titolo di esempio, a Palermo – ha concluso Novo-  attraverso la collaborazione con i Club Service Rotary è stata sviluppata dalla Sic una politica di diffusione della cultura del primo soccorso anche nella popolazione generale, con l’organizzazione di corsi per il ‘personale laico’ di istituzioni pubbliche alle quali il Rotary Club Palermo e altri Club dell’Area Panormus hanno donato 15 defibrillatori semiautomatici esterni; e tale progetto adesso continua a livello del Distretto 2110 Sicilia e Malta”.

Da segnalare, infine, come al 73° Congresso Sic saranno anche presentate le nuove linee guida Esc sulla prevenzione cardiovascolare relative ai nuovi target da raggiungere nel trattamento dei fattori di rischio, spesso ignorati soprattutto dai giovani.
 
15 dicembre 2012
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