“Il territorio - afferma
Angelo Testa, presidente nazionale del sindacato autonomo - diversamente dagli ospedali, ha un’organizzazione di tipo orizzontale, dove le convenzioni di medicina generale e di pediatria sono "ad personam" e tutto il processo di diagnosi cura ed assistenza, anche a domicilio, come nel caso delle ADI e ADP, fa capo alla generale "presa in carico" dell'assistito da parte del medico convenzionato. Sia esso medico di medicina generale o pediatra. Non si può immaginare l'esistenza concomitante di più convenzioni che si sovrappongano o l'intervento di più figure autonome e svincolate nell'intero percorso assistenziale e curativo della stessa persona, quali medico ed infermiere. Ciò porterebbe a conflitti, confusione nei pazienti e, in ultima analisi, al fallimento dell'intervento sanitario globalmente inteso”.
“La legge 739/94 - sostiene
Pasquale Orlando, vice presidente nazionale Snami - definisce il campo d’azione della professione infermieristica che, oltre ai processi assistenziali, deve garantire la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche e terapeutiche, anche per le aree di attività come l'assistenza domiciliare nel territorio. Nell'ambito del processo di cura dei pazienti è innegabile, per formazione e per competenza, il ruolo imprescindibile del medico che prende in carico complessivamente il paziente avvalendosi della interazione con le altre professioni e operatori sanitari>.
“Attenzione però - ammonisce
Nino Grillo, vicesegretario nazionale Snami - perché in questi ultimi anni stiamo assistendo ad una ricerca di spazi di autonomia che potrebbero sovrapporre le singole attività, fino ad arrivare a potenziali conflitti.>
“Dunque non deve esserci nessuna ‘invasione di campo’ - conclude Angelo Testa - ma ben vengano nuovi “buoni giocatori” nella squadra allenata e coordinata dal Medico di Medicina Generale”.