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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Milillo (Fimmg): “Alla Sisac chiediamo chiarezza su convenzione o sarà rottura”

immagine 8 maggio - Ad una settimana dall’incontro con la Sisac, i medici di famiglia chiedono alla Struttura di parte pubblica chiarezza. “Noi – dice Milillo – abbiamo chiaro il percorso che vogliamo fare, ma la Sisac non 
si esprime. Noi vogliamo costruire, se però vediamo che ci portano 
troppo in là e ci impediscono di lavorare, siamo pronti alla 
rottura”.
Per giovedì prossimo i sindacati di Medicina Generale, dei Pediatri di libera scelta e della Specialistica ambulatoriale, veterinaria e altre professionalità sono convocate nella sede della Sisac per la seconda
riunione per parlare del rinnovo della
Convenzione dei medici col Servizio sanitario nazionale.
 
Alla vigilia dell’incontro, la 
Fimmg però lamenta 
l’assenza di chiarezza sulle intenzioni della Sisac in merito alle
 richieste avanzate. Secondo quanto riferisce il presidente del sindacato, Giacomo Milillo “Sindacati e Sisac si stanno
 annusando. Noi abbiamo ben chiaro il percorso che vogliamo fare, ma la Sisac non 
si esprime. Noi vogliamo costruire, se però vediamo che ci portano 
troppo in là e ci impediscono di lavorare, siamo pronti alla
 rottura”.
 
In particolare Milillo lamenta che a proposito della prossima riunione i sindacati “sono stati convocati senza ordine del giorno. Abbiamo chiesto, con una lettera,
quale sia l'ordine del giorno, per poter meglio collaborare alla 
discussione, ci è stato risposto che l'Odg prevede tutte le 
richieste dei sindacati. Allo stato attuale - ha aggiunto - sembra
 che debba succedere qualcosa. Speriamo non sia niente di traumatico,
 perché – ha spiegato – non sappiamo se vogliono rompere o se 
vogliono entrare nel merito”.
 
Infine Milillo, parlando a margine 
della presentazione di un documento elaborato insieme a
 Federanziani sul futuro della professione del medico di famiglia, sul Patto della Salute e sul ritardo nell’approvazione del testo definitivo ha detto che “Il problema è di tipo
 politico, dipende dalla volontà di alcune regioni, della Conferenza
 delle regioni e del presidente che la rappresenta, quindi di Vasco
 Errani. Il problema è un apparato funzionariale,
burocratico che col potere che gli viene conferito fa ciò che vuole 
e che cerca anche di rafforzare ulteriormente il proprio potere 
limitando le potenzialità del singolo professionista, dipendente o
 convenzionato, che non viene inteso come apportatore di beneficio ma
 solo come strumento. Ma questo - ha concluso - è un cancro 
dell'Italia, non solo della sanità”. 
8 maggio 2014
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