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QS Edizioni - venerdì 17 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Ecco il nuovo Codice deontologico dei medici e degli odontoiatri italiani. In 79 articoli la "carta" dei valori della Fnomceo. Il testo

immagine 23 maggio - Presentato questa mattina a Roma dal presidente Amedo Bianco. Sostituisce quello varato nel 2006. Molte le novità, con quattro articoli inediti su medicina potenziativa, medicina militare, tecnologie informatiche e organizzazione sanitaria. La diagnosi spetta solo al medico. E sulle polemiche con alcuni Ordini, Bianco dice: "Mi auguro che il buon senso, la responsabilità, alla fine prevalgano". IL NUOVO TESTO
Il dado è tratto, La Fnomceo ha il suo nuovo codice a distanza di otto anni dall'ultimo aggiornamento risalente al 2006 (vedi il "vecchio Codice") . Quattro gli articoli inediti, ciascuno corrispondente a una questione bioetica mai affrontata prima: la Medicina Potenziativa (Art. 76) - volta non a curare ma a migliorare lo stato di benessere, sino a superare gli stessi limiti della natura - la Medicina Militare, articolo condiviso con il ministero della Difesa, l’applicazione Tecnologie informatiche alla Sanità, la partecipazione del Medico alle Organizzazioni sanitarie.
 
Ma anche un occhio più attento all’Ambiente, alla prevenzione del Rischio clinico e alla Sicurezza delle cure, al controllo del Dolore e alle Cure palliative, alle Competenze professionali, alla Lotta all’abusivismo, al Consenso Informato.
 
Torna, in alcuni articoli, il termine “Paziente”, in una prima versione del testo sostituito sempre da “Persona assistita”. E ciò per dare coerenza al cambio di paradigma della Medicina moderna, che passa da esclusiva azione di cura della Malattia, a quella più vasta di promozione e tutela della Salute. La scelta dell’Assemblea specifica ancor meglio questa vera e propria “Rivoluzione copernicana”, mantenendo la parola “Paziente” quando si parla di “Cure”, e introducendo “Persona assistita” negli articoli di più ampia accezione.
 
La diagnosi spetta solo al medico. E poi, come a ribadire la primazia del medico rispetto alle avances più o meno esplicite di altre professioni, nel nuovo codice viene specificato con chiarezza che "La diagnosi a fini preventivi, terapeutici e riabilitativi è una diretta, esclusiva e non delegabile competenza del medico e impegna la sua autonomia e responsabilità".
 
“Questo non è un codice di difesa della professione”. Ha spiegato Amedeo Bianco presidente della Fnomceo e senatore del Partito democratico, in sede di presentazione alla stampa del nuovo Codice deontologico dei medici italiani, approvato la scorsa settimana a Torino. “Ma al contrario – aggiunge – chiama alla responsabilità i professionisti e mette al centro un’idea di medicina che ha a cuore la tutela della salute. È inoltre un codice che si affaccia su nuove tematiche e che ha il coraggio di pronunciarsi su determinate materie in ragione dei principi fondamentali che ci guidano. Tutto ciò che fa un professionista ha come obiettivo la tutela della salute, la tutela della vita, il rispetto dei diritti civili, etici, delle persone a cui si rivolge”.
 
Il dissenso di alcuni Ordini. È però anche un codice che ha già scatenato delle polemiche da parte di 10 ordini provinciali, tra cui Milano e Bologna, che non lo hanno approvato in sede di votazione, e che hanno promesso battaglia e persino il ricorso al Tar. Sul perché di questa polemica Amedeo Bianco, fa sapere che le motivazioni dei dissidenti sono di due tipi: “il primo, secondo alcuni è insufficiente la carica innovative del documento” la seconda obiezione invece risiede nel fatto che secondo alcuni ordini provinciali “non di dove fare un nuovo codice essendo altri i problemi che attanagliano i medici, primo fra tutti la responsabilità professionale”. Bianco però in sede di conferenza stampa di presentazione riconosce “legittimo il pregiudizio di revisionare il codice” certo aggiunge “in questi due anni di lavori i contributi che sono arrivati da alcuni ordini provinciali sono stati pari a zero”.
 
Poi Bianco e con lui i vertici della Federazione cercano di spegnere le polemiche. “Vedremo se gli ordini provinciali dissidenti decideranno di non applicarlo. Però se posso dire, questo lo considero un aspetto marginale senza offesa per nessuno, senza voler offendere le opinioni altrui. Mi sembra una questione marginale e pericolosa per l’autonomia degli ordini. Perché chiamare, ammesso che ci sia titolarità, la magistratura amministrativa a intervenire su atti così interni, così delicati che tutti riconoscono di esclusiva competenza degli ordini professionali, mi sembra un autogol straordinario. Io li invito a ragionare, a far sedimentare le cose. Tra l’altro ho già ricevuto qualche lettera di presidente che ha votato contro il quale sostiene che non ha nessuna intenzione di andare oltre. Mi auguro che il buon senso, la responsabilità, alla fine prevalgano”.
 
Sull’obbligo delle assicurazioni, altro punto su cui si è creata la polemica Bianco aggiunge “Abbiamo specificato che questo si riferisce al libero professionista, il quale deve provvedere ad idonea copertura. Quanto alle obiezioni per cui i liberi professionisti si trovano a disagio, magari non avendo offerta di assicurazioni o avendole a prezzi non sostenibili, questo è un tema sul quale stiamo lavorando e pensiamo e riteniamo di dover trovare soluzioni strutturali con la legge sulla responsabilità professionale. Per l’urgenza invece contiamo la previsione del decreto Balduzzi, cioè con l’emanazione di un Dpr che guarda in modo specifico a queste categorie riducendo i costi delle assicurazioni e accogliendo quei professionisti che non trovano offerta assicurativa”.
 
Come abbiamo visto ci sono 4 articoli del tutto inediti,  ciascuno corrispondente a una questione bioetica mai affrontata prima, dedicati a: Medicina potenziativa (art. 76), medicina militare (art. 77); tecnologie informatiche (art. 78); organizzazione sanitaria (art. 79).
 
In particolare sulla medicina potenziativa, Bianco dice: “noi abbiamo aperto a queste riflessioni deontologiche rispetto a materie che sono oggetto di ricerca e sviluppo. Queste erano tematiche che non abbiamo mai schiuso e ritengo che ciò sia un fatto positivo perché i problemi dietro queste tematiche ci sono. Certo le soluzioni che abbiamo trovato possono essere discutibili e migliorabili”. 
23 maggio 2014
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