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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Farmaci con il postino? Ancora perplessità tra i farmacisti su accordi Farmindustria-Poste Italiane

immagine 28 gennaio - Unendosi alle preoccupazioni espresse da molte associazioni di farmacisti, Assofarm e Conasfa ricordano che sul territorio italiano esistono già molti casi di farmacie pubbliche e private attive nella distribuzione a domicilio di farmaci a pazienti con difficoltà motorie. Se l'accordo Farmindustria-Poste Italiane nasce per risolvere i disagi dei pazienti, allora questi posso essere risolti potenziando la distribuzione a domicilio da parte delle farmacie del territorio.
Assofarm, la Federazione delle farmacie pubbliche, si unisce alle preoccupazioni espresse da numerose associazioni di farmacisti riguardo all’accordo siglato tra Farmindustria e Poste Italiane per della consegna a domicilio di farmaci acquistati dagli ospedali. “L'apparente comodità logistica di questo servizio porta con sé notevoli rischi di natura sanitaria e di aggravio dei costi pubblici”, afferma una nota a firma del presidente Assofarm, Venanzio Gizzi. E tutto questo quando “sul territorio italiano esistono già molti casi di farmacie pubbliche e private attive nella distribuzione a domicilio di farmaci a pazienti con difficoltà motorie. Si tratta di esperienze che dimostrano come il canale farmaceutico sia oggi organizzativamente e professionalmente pronto per risolvere meglio di ogni altro i bisogni di prossimità sanitaria dell'utenza locale”. “La parte finale della filiera distributiva del farmaco – sottolinea infatti Gizzi - richiede adeguate strutture di stoccaggio dei medicinali, e soprattutto un rapporto diretto e consulenziale tra il professionista e il paziente”.

Secondo il presidente di Assofarm, invece, “è difficile immaginare come Poste Italiane possa garantire una consegna certa e tempestiva al paziente, per di più rispettosa dei diritti alla privacy riconosciuti a quest'ultimo. Eventuali (e prevedibili) ritardi o smarrimenti porterebbero ad interruzioni delle terapie, o ad alterazioni qualitative del farmaco qualora esso rimanga per lungo tempo il magazzini non adeguati alla sua conservazione. Se il punto di forza di tale operazione è un qualche beneficio alle casse della sanità pubblica, si dovrà dimostrare che questa distribuzione ‘con francobollo’ sarà più conveniente del canale delle farmacie cittadine”.

Per Assofarm, insomma, “ancora una volta, nell'opinione della Federazione delle farmacie pubbliche italiane, il mancato riconoscimento del ruolo fondamentale delle Farmacie rischia di danneggiare la salute del cittadino e svilisce il ruolo del Servizio Sanitario Pubblico”.
In definitiva, secondo Assofarm “l’accordo in questione è il frutto di una confusione generale presente nel settore, evidenziata ancora di più dalla mancanza di collegamento all’interno della filiera del farmaco e dal ritardo del Legislatore nell’affrontare, una volta per tutte, una ormai improcrastinabile riforma del settore, oltre alla non più comprensibile volontà di rinviare il Tavolo per il rinnovo della Convenzione con il Servizio sanitario nazionale”.
 
Preoccupato e contrario all'accordo anche il Conasfa, che in una nota “ribadisce che il farmaco deve essere dispensato dal farmacista che è l'unico che può assicurare al cittadino un servizio di qualità. I disagi dei pazienti possono essere facilmente risolti facendo distribuire i farmaci in oggetto dalle farmacie del territorio”.
28 gennaio 2011
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