“Preoccupazione per la situazione di crisi sociale che si sta vivendo e in particolare per le mancate risposte della politica che, da troppo tempo, si fa scudo della crisi economica per non fare scelte indirizzate a rispettare e riconoscere i diritti fondamentali delle persone”. E’ l’allarme lanciato dall’Associazione Nazionale Educatori Professionali, riunitasi in Assemblea a Udine il 23 e 24 Maggio.
In particolare l’associazione rifiuta “l'uso di una comunicazione violenta, non rispettosa e spesso poco educata nei toni, nelle parole e nei modi, soprattutto quando descrive i drammi delle persone in fuga dalla guerra”, ritiene inaccettabile che “le persone fragili e la solitudine degli anziani siano considerate solamente in termini di costi per i servizi sociali e sanitari” e invita a riflettere “sulla poca attenzione all'infanzia e all'adolescenza, i pochi investimenti pubblici per progetti di prevenzione che favoriscono indifferenza, marginalità e rischio di sfruttamento de minori da parte di adulti spregiudicati”.
L'Assemblea Nazionale si rivolge quindi a tutti gli educatori professionali affinché "recuperino e valorizzino il valore politico della professione, agendolo in tutti i contesti professionali e nella società civile e chiede alla società civile di recuperare e farsi essa stessa promotrice delle istanze di integrazione e valorizzazione della persona umana”.