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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Aogoi: allarme per direzioni non qualificate in UO Medicina della riproduzione

immagine 8 marzo - Una nota dell’Associazione dei ginecologi ospedalieri sottolinea il rischio di veder affidate strutture cliniche che le norme Ue equiparano ai centri trapianti, a professionisti non in possesso delle necessarie competenze. I ginecologi, afferma l'Aogoi, sono gli unici a possedere il profilo specifico.
“Le Unità Operative di Medicina della Riproduzione (U.O.M.R.) sono strutture complesse e iperspecializzate: le norme comunitarie le equiparano a un centro trapianti. È quindi necessario che il Governo stabilisca, una volta per tutte, che la loro direzione venga affidata a professionisti adeguatamente specializzati in tale campo, anche e soprattutto per una tutela a 360° del paziente. E i ginecologi sono gli unici a possedere le competenze specifiche per la loro gestione”. Si apre così la nota dell’AOGOI (l’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) che riprende i contenuti di un’interrogazione parlamentare presentata di recente al ministro della Salute da Benedetto Francesco Fucci, componente della Commissione Affari sociali della Camera e della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario.
“Le attività delle Unità operative di medicina della riproduzione – sottolinea Fucci nel suo documento – spaziano dalla chirurgia dell'infertilità all’endocrinologia riproduttiva, dalla ginecologia dell'adolescenza alla diagnostica ecografica, dalla terapia dell'abortività ricorrente alla genetica riproduttiva: per questo è opportuno che la loro direzione sia affidata a coloro che possiedono il bagaglio di conoscenze necessario per assumersi questa specifica responsabilità, cioè a chi abbia seguito il percorso formativo per la specializzazione in ginecologia ed ostetricia. La medicina della riproduzione, infatti, è una specialità di tipo chirurgico di questo settore”.
L’Aogoi ricorda come alcune strutture (l’Università di Padova, l’Ospedale S. Paolo di Milano e l’Ospedale di Latina) abbiano già affidato le loro U.O.M.R. a professionisti non in possesso delle competenze specifiche richieste anche dalle norme in vigore (articolo 10, legge 40/2004). “La regione Veneto – continua Fucci nella sua interrogazione – ha deciso di affidare il coordinamento del gruppo di lavoro sulla procreazione medica assistita del tavolo tecnico della Conferenza Stato-Regioni a un professionista non ginecologo”. Da una situazione simile potrebbero derivare conseguenze che Fucci definisce “paradossali”. In particolare, “dal tavolo tecnico della Conferenza Stato-Regioni potrebbero giungere indicazioni alle singole Regioni per l’assegnazione della gestione delle U.O.M.R. anche a specialisti in andrologia o embriologia”. L’AOGOI invita quindi il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, “a intervenire senza indugio per fare chiarezza”.
8 marzo 2011
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