Un focus sul riconoscimento della professione dell’assistente di studio odontoiatrico, il cui iter legislativo, nel più vasto ambito del riordino delle professioni sanitarie, è ora ripreso dopo essere rimasto fermo per 12 anni in Parlamento. E’ stato questo l’asse portante del terzo Congresso Nazionale del Siaso (Sindacato italiano assistenti di studio odontoiatrico) che si è svolto a Milano presso Palazzo Pirelli, sede della Regione Lombardia.
Intervenuta come relatrice,
Federica Demarosi, Presidente del Cenacolo Odontostomatologico Milanese, ha espresso una lunga serie di considerazioni sul presente e sul futuro della professione odontoiatrica. “Se il nostro obiettivo primario di odontoiatri è di produrre salute, e lo è, allora ben venga una legge inclusiva che ci aiuti a concretizzare quello che, come Cenacolo, non solo a Milano ma in tutta Italia da tanto tempo abbiamo definito, ossia il concetto di ‘team odontoiatrico, di cui tutti gli operatori degli studi dentistici fanno parte con pari dignità: odontoiatri, igienisti, assistenti”.
Per Demarosi “il lavoro dell’odontoiatra è a quattro mani, diversamente da quello di altri operatori sanitari o parasanitari (dermatologi, otorini, oculisti), che lavorano da soli. Per noi è impossibile eseguire prestazioni di qualità senza l’aiuto di un assistente. Quattro mani e quattro occhi, dunque. Ma anche, attenzione, due bocche: come odontoiatri dobbiamo non solo curare i pazienti, ma soprattutto educarli alla salute orale. Dobbiamo insegnare loro a lavarsi i denti (perché solo con una pulizia costante e accurata non li perderanno), informarli sui danni del fumo, illustrare loro le relazioni tra il cavo orale e certe patologie cardiovascolari o malattie croniche come il diabete”.
Priorità ineludibile risiede nella capacità di “ trasmettere salute, consapevoli che la comunicazione è oggi la metà del lavoro di un buon odontoiatra, il quale però può non avere tempo, e allora ecco l’importanza dell’assistente, aiuto fondamentale in senso professionale, umano e persino economico (nel senso che fa risparmiare denaro, non solo tempo)”.
L’odontoiatria italiana, ha osservato,” è al 90% in mano ai privati, è risaputo. Esiste però anche una piccola (10%) odontoiatria pubblica, che assorbe molte risorse per la cura delle patologie. Ebbene, penso che il ministero dovrebbe investire anche nella prevenzione. Basterebbe fare campagne semplici e chiare, per indurre la gente a lavarsi i denti, sic et simpliciter. È questo, il messaggio che conta. Il problema è che la figura dell’assistente, nell’odontoiatria pubblica, è rivestita dagli infermieri, i quali collaborano con specialisti delle branche più disparate e non sono allenati alle specificità del lavoro odontoiatrico. Pure nel pubblico, insomma, c’è bisogno di specialisti, per cui anche nelle strutture pubbliche vanno inserite ASO certificate e igienisti”.
Al convegno partecipavano anche la Senatrice
Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, e il Consigliere regionale
Carlo Borghetti, che ha ricordato come la Regione Lombardia sia propositiva a livello nazionale avendo inserito nell’art. 18 par. 3 lett. C del disegno di legge di riordino complessivo del sistema sanitario lombardo la figura dell’assistente di studio odontoiatrico.