toggle menu
QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Lavoro e Professioni

“II 13 maggio non dimetteremo nessun paziente!”. E’ la protesta dei medici accusati ingiustamente

immagine 11 aprile - L’iniziativa è stata annunciata il 9 aprile scorso da Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami (Associazione per i Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente) per protestare contro di accusa i medici di "imprudenza per aver proceduto, come gli s'impone, alle dimissioni di pazienti” mentre, al contempo, "le amministrazioni ospedaliere ci impongono di rispettare i tempi minimi di ricovero e le linee guida per il contenimento della spesa sanitaria”.
"Il 13 maggio in Italia non dimetteremo nessun paziente”. Lo ha annunciato Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami (Associazione per i Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente) intervenendo il 9 aprile scorso a un incontro promosso dalla Società Medica Chirurgica. “Se facciamo gli interessi dei malati, come professionalità e coscienza ci impongono, le amministrazioni ci licenziano; se cerchiamo di ridurre la spesa sanitaria, secondo i dettami della politica e degli amministratori, la magistratura ci arresta”, ha affermato Maggiorotti definendo la situazione “non è più tollerabile. Ogni giorno rischiamo di finire in carcere per contenere la spesa sanitaria”.
"Si susseguono condanne a carico di medici accusati d'imprudenza per aver proceduto, come gli s'impone, alle dimissioni di pazienti che poi al proprio domicilio hanno presentato problemi legati al motivo del ricovero. Le amministrazioni ospedaliere, di contro, pretendono che siano rispettati i tempi minimi di ricovero e le linee guida per il contenimento della spesa sanitaria " continua Maggiorotti con riferimento alla recente sentenza della Corte di Cassazione ( Quarta Sezione Penale n°1873/2010 depositata il 2 marzo 2011).
Nel lanciare la proposta, Maggiorotti chiede inoltre ai pazienti di sostenere i medici “perché proprio loro, i malati, sono le prime vittime del sistema. Troppo spesso dimessi con la febbre per contenere le spese. Non siamo di principio contro la sentenza ma non possiamo continuare ad essere servi di due padroni”. E conclude: " Dobbiamo protestare uniti e smettere di annaspare tra medicina dell'obbedienza giurisprudenziale, imposta dai magistrati, e medicina del risparmio, imposta dagli amministratori a danno della salute del cittadino.  Il medico deve riappropriarsi del ruolo centrale nella cura dei pazienti."
 
11 aprile 2011
© QS Edizioni - Riproduzione riservata