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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Decreto scuola. Cisas: “Resa legale discriminazione specializzandi non medici”

immagine 15 maggio - Così il Coordinamento italiano specializzandi di area sanitaria ha commentato l'approvazione del Decreto scuola da parte del Senato. "L’art. 8 della legge 401/2000 è stato modificato, demolendo definitivamente il principio di giustizia e di equità che ha fatto di tale articolo il baluardo della lotta contro la discriminazione degli specializzandi non medici per anni". 
"Ciò che si temeva da tempo è accaduto. L’art. 8 della legge 401/2000 è stato modificato, demolendo definitivamente il principio di giustizia e di equità che ha fatto di tale articolo il baluardo della lotta contro la discriminazione degli specializzandi non medici per anni. Nulla è servita la denuncia portata avanti dalla nostra associazione sin dallo scorso anno, quando il timore di una violazione della legge iniziava a diventare concreto. Ancora una volta la legge italiana si è piegata alla forza delle lobby e agli strapoteri politici". Così il Coordinamento italiano specializzandi di area sanitaria ha commentato l'approvazione del Decreto scuola da parte del Senato.
 
"La senatrice del Pd, Rosa Maria Di Giorgi, unica firmataria dell'emendmento che introduce l'articolo 2 bis riguardante gli specializzandi non medici, è probabilmente ignara del fatto di aver posto una firma su una modifica di legge che legalizza a tutti gli effetti una delle più vergognose discriminazioni a livello nazionale, con ripercussioni su numerose categorie professionali e sul futuro di migliaia di giovani laureati - prosegue il Cisas -. La modifica della legge, inserita celermente e celatamente nel Maxiemendamento al Ddl 'La Buona Scuola', è stata supportata dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) e dall’Anaao Assomed. Articoli pubblicati nelle ore successive all’approvazione della modifica di legge, hanno inneggiato ad una vittoria per le scuole di specializzazione non mediche. Ma la realtà è ben diversa".
 
Questa la "realtà dei fatti" riportata dal Cisas:
1) Il Ministero dell’Istruzione e della Sanità, in seguito all’interpretazione dell’articolo 8 resa dal MEF riguardo alla fondatezza della copertura finanziari degli specializzandi “non medici” dal 2000, per timore di nuovi e numerosi ricorsi per il riconoscimento dello status economico ha bloccato volontariamente l’accesso alle scuole di specializzazione dallo scorso anno.
2) Le rappresentanze dei medici, vedendo sempre più concreta una possibile spartizione delle risorse economiche ministeriali tra specializzandi medici e “non medici”, come previsto dell’articolo 8, hanno fatto leva sulle rappresentanze universitarie (la CRUI), sindacali (Anaoo Assomed) e sui Ministeri stessi, affinché questo fosse impedito in qualche modo.
3) La modifica del “fastidioso” articolo 8 della legge 401/2000 è, dunque, diventata MERCE DI SCAMBIO per la riapertura delle scuole di specializzazione per i “non medici” e la pubblicazione del DM “scuole miste”.
 
"La questione è stata talmente bollente che i due ricorsi al Tar (riapertura delle scuole e silenzio da parte dei Ministeri), promossi dall’Avv. Annunziata e supportati dalla nostra associazione, non hanno, straordinariamente, ancora avuto sentenza definitiva. L’Ordine Nazionale dei Biologi (Onb) non ha, evidentemente, avuto la forza sufficiente per contrastare tutto questo, scivolando a pieno nel compromesso attuato dai Ministeri. Cosa comporterà in futuro la modifica della legge? Nonostante la modifica appaia come una norma transitoria, siamo alquanto certi che non verrà abrogata, diventando un’arma nelle mani dei Ministeri contro i ricorsi per il riconoscimento dello status economico per gli specializzandi “non medici” che entreranno in futuro nelle scuole. I Professori universitari inneggiano alla legge modificata, non avendo da ora in poi alcun problema di coscienza, data la legalizzazione dello sfruttamento, ad utilizzare il lavoro gratuito di decine e decine di specializzandi non medici nei propri ospedali. Prediamo atto, dunque, dell’ennesima ingiustizia compiuta ai danni di migliaia di giovani italiani e del comportamento dittatoriale delle nostre istituzioni", aggiunge il Coordinamento italiano specializzandi di area sanitaria.
 
"Nonostante ciò, sottolineiamo che la necessità stessa di una modifica della legge, d’altra parte, ha reso concreta e palese la discriminazione messa in atto dal 2000 ad oggi nei confronti di tutti i laureati tra veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi, che hanno frequentato una scuola di specializzazione. Dunque, tale modifica, si trasformerà nel nuovo baluardo normativo per il riconoscimento dello status economico degli specializzati e attuali specializzandi", conclude il Cisas.
15 maggio 2016
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