Il tasso di disoccupazione a tre anni dal conseguimento della laurea in Farmacia si attesta al 4,5%, contro un 92,1% di occupati, secondo il più recente Rapporto Almalaurea sulla situazione occupazionale dei giovani laureati italiani. Dati che, secondo Claudio Distefano, presidente della Fenagifar, potrebbe permette di “ostentare ottimismo e serenità”. Anche considerato che nelle medesime condizioni (cioè a tre anni dal conseguimento del titolo) “i colleghi in Paesi vicini e simili al nostro versano in situazioni peggiori", sottolinea Distefano ricordando che "è recente la notizia che in Francia il numero dei giovani colleghi iscritti all’Ordine professionale è in calo e che ci siano circa 10 mila farmacisti in meno che in Italia”. Il problema maggiore però è un altro, secondo il presidente dei giovani farmacisti. Ed è legato in particolare “all’aspetto qualitativo dell’offerta lavorativa”. “Il farmacista, infatti, durante il percorso formativo universitario - prosegue nella nota il presidente dei giovani farmacisti - viene formato come professionista di elevato profilo scientifico e specialista di conoscenza medica, ovvero come esperto nella gestione di un bene prezioso e delicato, quale è il farmaco”. Da qui l’auspicio della Fenagifar per interventi e azioni “ai vari livelli legislativi” e “concertati con la categoria professionale”, “che permetterebbero di far nascere opportunità occupazionali più qualificate, gratificanti e stabili”.
“In tal senso - conclude Distefano - grandi aspettative potrebbero concretizzarsi con la caratterizzazione delle attività del farmacista nella nuova Farmacia dei servizi: pensiamo soprattutto alla Pharmaceutical Care ed all’Assistenza Domiciliare Integrata, e al definitivo inserimento della figura professionale nelle strutture pubbliche e private dove viene impiegato qualsiasi tipo di farmaco”.