Il “codice etico” che abbiamo invocato - e ne parliamo da anni - NON riguarda l’insieme di regole e propositi condivisibili già individuati e catalogati dalla Fondazione ENPAM, ma le omissioni che – insidiose e latenti – all’interno dell’articolato stesso ancora lasciano troppo spazio.
Il primo problema riguarda la possibilità, per i componenti del Consiglio, di assommare più cariche e farlo per molti anni, per giunta.
In particolare, a nostro. avviso, non è più rinviabile che si preveda una incompatibilità tra incarichi in più consigli di amministrazione, a maggior ragione se “scatole cinesi” della stessa Fondazione, esplicitando la possibilità di compiere al massimo due mandati.
Chi ha incarichi con altre aziende/società che hanno rapporti economici con lo stesso ente dovrebbe essere incompatibile, a prescindere dall’attività più o meno economico/finanziaria dell’azienda stessa.
In questo quadro di cambiamento riteniamo che sia gravemente inopportuno affidare incarichi direttivi o esecutivi o di rappresentanza e decisione, comunque denominati, a professionisti che contemporaneamente mantengano una carica dirigenziale ai massimi livelli nazionali nelle associazioni sindacali di categoria.
Basta leggere le carte su ENPAM Sicura per capire la connessione/conflitto tra gli interessi “diversi” e quelli della Fondazione, che – occorre ripeterlo ? - ha il solo e preciso dovere di ben amministrare i soldi dei medici.
Nel codice etico, infine, dovrebbe essere affrontato anche il lato economico-retributivo. Non siamo certo titolati a parlare in vece dei dipendenti delle aziende che ogni giorno in Italia rischiano di non avere futuro (e quelli di ENPAM Sicura ci vengono in mente tra i primi), ma dobbiamo comprendere come non sia più accettabile l’assenza della previsione di un tetto retributivo, la cui misura dovrebbe essere serenamente e collegialmente discussa e stabilita, anziché esser disposta ed approvata da pochi “eletti”.
Il termine “eletti” non appaia usato in modo casuale : non dimentichiamo infatti che a monte c'è la criticità dei percorsi di selezione dei componenti del CDA dell'ENPAM, in gran parte provenienti dagli Ordini professionali, ancora oggi con meccanismi elettivi che non consentono una vera democrazia rappresentativa.
Ci fermiamo a questi spunti di proposta, ci ripetiamo disponibilissimi al confronto costruttivo e ci congediamo con l’auspicio che trovi conclusione in fretta questo clima davvero negativo, foriero di ulteriori, indesiderati, guai per tutti i medici, e non solo.
Massimo Cozza
FP CGIL MEDICI
Biagio Papotto
CISL MEDICI
Roberto Bonfili
UIL MEDICI
Muro Mazzoni
SIMET