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QS Edizioni - venerdì 1 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Il medico di famiglia diventa “dottore della sessualità”

immagine 5 ottobre - Dal Congresso nazionale della Fimmg, i medici di famiglia annunciano nuove iniziative di formazione medica sui disturbi sessuali in collaborazione con la Siams e lanciano l’allarme: “attenzione a non trascurare la disfunzione erettile; può essere il  campanello d’allarme che anticipa anche di 5 anni l’insorgenza di problemi cardiovascolari seri, come ictus e infarto”.
 
Non più solo visite e ricette contro malanni di stagione o malattie croniche. D’ora in avanti dal medico di famiglia si potrà andare anche per confidare e risolvere i propri problemi sessuali, che ancora oggi la stragrande maggioranza degli italiani preferisce nascondere sotto il tappeto. Sottovalutandone anche i rischi per la salute. Dal Congresso nazionale della Fimmg, i medici di famiglia annunciano nuove iniziative di formazione medica sui disturbi sessuali e lanciano l’allarme: “attenzione a non trascurare la disfunzione erettile; può essere il  campanello d’allarme che anticipa anche di 5 anni l’insorgenza di problemi cardiovascolari seri, come ictus e infarto”.
 
A dimostrarlo sono studi e statistiche discussi in un workshop durante il Congresso di Chia Laguna (Cagliari) sul come diventare “Medico della sessualità”. Un’iniziativa preceduta da centinaia di corsi rivolti ai medici di medicina generale, che verranno ora rilanciati e implementati grazie all’intesa tra la Fimmg e la  SIAMS,  Società scientifica che si occupa della patologie della sfera sessuale.

“Già oggi solo i corsi organizzati dalla Fimmg hanno consentito ogni anno di formare alla soluzione di queste problematiche ben 30mila medici e con  l’apporto della SIAMS contiamo ora di raggiungere l’intera platea”, assicura la dottoressa  Donatella Alesso, che nel sindacato coordina le iniziative a favore del medico della sessualità.  Quelle che dovrebbero spingere a rompere il tabù che oggi fa tenere alla larga dai dottori larga parte di quei 16 milioni di italiani, metà uomini e metà donne, che vivono non serenamente la propria vita sessuale.  In 4 milioni per via dell’eiaculazione precoce, ai quali si sommano 3 milioni di maschi per la disfunzione erettile e 4 milioni e mezzo di donne che soffrono di  anorgasmia (assenza di orgasmo), solo per citare i problemi più diffusi.

Nella maggior parte dei casi disturbi che sarebbero facilmente curabili se solo ci si decidesse ad affrontarli. Da un’indagine del Pfizer Global Study il 21% degli uomini e il 31% delle donne ha dichiarato di aver avuto almeno uno dei 7 disturbi considerati campanello d’allarme sull’insorgenza di problemi sessuali. Ma meno di un quarto degli uomini e circa il 35% delle donne hanno deciso di ricorrere a un medico. “Anche se –spiega la dottoressa Alesso- con noi medici di famiglia le cose vanno un po’ meglio per via del rapporto di fiducia e confidenzialità che spesso si instaura con i nostri pazienti. Per questo stiamo puntando molto sulla formazione e sulla comunicazione per spingere gli italiani a superare le forti reticenze a rivolgersi almeno in prima battuta al proprio medico di fiducia. Anche perché i problemi di natura sessuale possono nasconderne di più gravi per la nostra salute”.

E’ il caso della disfunzione erettile, che rende difficile la vita sotto le lenzuola a 3 milioni di italiani che ne soffrono e che non deve preoccupare quando si manifesta una tantum, magari perché associata ad ansia da prestazione. Ma che diventa un problema in molti casi quando legata a condizioni come diabete, obesità, ipertensione, abuso di alcol o di stupefacenti, che la rendono molto difficile da gestire. Tanto più che solo un italiano su dieci che ne soffre sceglie di affrontarla. “Nel migliore dei casi vanno dal farmacista ad acquistare una pillola blu o medicinali consimili, nel peggiore navigano su internet dove abbondano farmaci falsi e pericolosi “, denuncia Alesso. Spiegando che rivolgersi per tempo al medico, soprattutto a una certa età, “può significare prevenire eventi gravi come ictus e infarto”.
 
“Questo per via delle caratteristiche anatomiche delle arterie che irrorano il membro, che sono di  minori dimensioni rispetto a quelle cardiache e cerebrali e che proprio per questo possono manifestare con anni di anticipo problemi a quelle di organi vitali come cuore e cervello”. “Un campanello d’allarme che dopo una prima anamnesi per capire come e quando la disfunzione si manifesta consiglia analisi e accertamenti su altri distretti cardiovascolari, che spesso ci hanno permesso di prevenire eventi ben più pericolosi”, spiega sempre la dottoressa Alesso.
Il problema è che solo un uomo su quattro pensa che la disfunzione erettile sia una vera e propria malattia e uno su tre l’accetta con rassegnazione come conseguenza dell’età avanzata. Una “malaeducazione sessuale”  che i medici di famiglia promettono ora di combattere con le armi della competenza e della fiducia, che  gli italiani in massa continuano ad attribuirgli, come ogni indagine puntualmente rileva.
5 ottobre 2016
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