“Sbaglia chi interpreta il voto di mercoledì, che ha posticipato a dopo le elezioni nazionali la riforma dello Statuto federale, come un atto di sfiducia dell’assemblea nei confronti del Consiglio di presidenza. Lo dicono i numeri e lo dicono alcuni di quei delegati che, all’appello nominale, avevano votato a favore della mozione per il rinvio. E che ora, dopo aver letto per due giorni su social e giornali di categoria le espressioni di giubilo dell’opposizione, sentono giunto il momento dei distinguo”. Così si legge sul
sito di Federfarma in riferimento all’ultima assemblea quando è stata approvata una mozione di rinvio dell’esame del nuovo Statuto.
“Io e gli altri due delegati della mia provincia siamo tra quelli che mercoledì hanno alzato scheda verde a sostegno della mozione – ha spiegato a
Filodiretto Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia e presidente Sunifar della Lombardia - ma questo non significa che ho sfiduciato la presidenza, anzi. Io, così come gli altri delegati, ci siamo espressi soltanto per il rinvio della riforma statutaria; chi legge il voto come un segnale di sfiducia nei confronti della presidenza prende un grosso granchio”.
Quella di Mottinelli non è l’unica voce. “Anche io ho alzato scheda verde per esprimermi sui tempi della riforma e su nient’altro - chiarisce
Francesca Conchiglia, presidente di
Federfarma Lecce «d’altronde, ricordo che un po’ prima la stessa assemblea aveva approvato quasi all’unanimità, e nella massima serenità, la ricapitalizzazione di Credifarma. Quel voto come andava letto? La verità è che qualcuno ha cercato a tutti i costi lo scontro”.
Nella news pubblicata sul sito del sindacato si evidenzia poi come “anche tra i delegati sardi, così come tra i campani, ci sono stati diversi sì che valevano per il contenuto letterale della mozione, anche perché il clima di distesa collaborazione che la mattina aveva dominato i lavori dell’assemblea aveva convinto diverse rappresentanze che fosse inutile cercare altri strappi. Poi vanno corretti i resoconti forniti da alcuni giornali di categoria: la Sicilia è stata data interamente per il sì, hanno invece votato contro la mozione i delegati delle province di Catania, Enna, Agrigento e Ragusa”.
“Tra chi riconferma la propria fiducia nel Consiglio di presidenza, infine, - si legge - si fanno anche notare i numeri di mercoledì: 107 le schede verdi e 76 quelle rosse, che messe assieme significano una cinquantina di assenze tra i delegati. Troppe per dare ragione a quelli che, nel day after, hanno gridato ai quattro venti che gli equilibri dell’assemblea sono cambiati. Un’urna non fa primavera”.