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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Farmacie escluse dal progetto della Lombardia sulle cronicità

di Gianni Petrosillo
immagine 3 febbraio - Sorprende non riscontrare ruoli per le farmacie, che rimangono le cenerentole del sistema nonostante abbiano tutte le carte in regola per assumere compiti di affiancamento e supporto alla rete dei medici di medicina generale. Compiti che invece, con sorpresa, vengono affidari ad altri soggetti (Centro Servizi), come le prenotazioni, la fornitura a domicilio di presidi sanitari e sociosanitari, ecc.
Nel progetto “Governo della Domanda”, avviato da Regione Lombardia, sorprende non riscontrare ruoli per la farmacia, in nessuno dei 5 livelli di stratificazione finalizzata alla classificazione della cronicità. Era un’iniziativa attesa, in quanto evoluzione del modello CREG ed in applicazione della L.R. 23/2015, tuttavia, denota aspetti di incoerenza, rispetto alle premesse inserite nel progetto di riforma, ancora in via di approvazione, del Titolo VII del Testo Unico delle Leggi Sanitarie Lombarde. Quest’ultimo rappresenta l’insieme delle norme che riguardano le attività delle farmacie e che, negli impegni di Regione, avrebbe concretizzato i ruoli della farmacia sanciti con il D.Lvo 153/2009, tra cui: l’erogazione di prestazioni di analisi e di telemedicina, i servizi alla persona connessi ai piani di zona; programmi di aderenza alle terapie in collaborazione con i MMG, i PLS, gli specialisti ambulatoriali convenzionati, sia singoli sia organizzati in AFT e UCCP, nell’ambito dei modelli di presa in carico, etc.

Per gli assistiti e per le farmacie, quindi, intravedo la perdita di tutte quelle opportunità che pure facevano parte di quei modelli che delegavano al territorio la gestione della cronicità, proprio al fine di garantire continuità nelle cure del paziente cronico, lasciando che l’ospedale si dedicasse all’acuzie. E’ un modello questo da sempre auspicato, ad esorcizzare l’allontanamento dai territori dei servizi sanitari di primaria necessità. Meglio quindi che sia stato, anche se tardivamente, riconosciuto il ruolo di Gestore per il livelli più alti di complessità anche ai MMG che sono e restano sul territorio, sperando tuttavia che la definizione dei criteri di partecipazione non li pongano di fatto fuori gioco.

Le farmacie continuano quindi a rimanere le cenerentole del sistema, nonostante abbiano tutte le carte in regola per assumere compiti di affiancamento e supporto alla rete dei MMG che invece, con sorpresa, il “Governo della Domanda” affida ad altri soggetti (Centro Servizi), come: le prenotazioni, la fornitura a domicilio di presidi sanitari e sociosanitari, ecc.

Il mio appello va al Sindacato regionale delle farmacie, affinché, oltre ad assumere le garanzie di poter proseguire ad essere l’esclusivo riferimento per la distribuzione del farmaco, cerchi di recuperare ai tavoli regionali il riconoscimento delle funzioni che la farmacia è in grado di svolgere, come primo presidio sanitario sul territorio e a tutto vantaggio dell’intero sistema.

Gianni Petrosillo
Presidente di Federfarma Bergamo
3 febbraio 2017
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