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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Cozza (Cgil): No alle proposte UE che aumentano l’orario di lavoro dei medici

immagine 24 maggio - La Commissione Europea vuole riesaminare la direttiva sull’orario di lavoro sollevando, tra gli altri, il problema di come calcolare le ore di lavoro e i periodi di riposo durante i turni di guardia. Nonostante l’obbligo di presenza, infatti, il lavoratore potrebbe non essere chiamato ad intervenire e, quindi, ad esercitare a tutti gli effetti l'attività lavorativa
Si riaccendono i riflettori sulla direttiva europea sull’orario di lavoro dopo l’accesa e sventata fase del 2008 che aveva visto medici, professionisti sanitari e lavoratori di tutta Europa schierati contro l’ipotesi di allungare a 65 ore l’orario di lavoro settimanale.Ora, però, i contenuti della direttiva sono di nuovo messi in discussione dalla Commissione Europea che - nella Comunicazione ‘COM (2010) 106 definitivo’ di riesame della direttiva sull’orario di lavoro ‘2003/88/CE – propone una serie di modifiche tra cui:
- l’opzione di un orario basato sulla organizzazione del lavoro in funzione della produttività, anche oltre la media delle 48 ore settimanali;
- la possibilità di non prendere in considerazione, per il calcolo dell’orario di lavoro, i periodi di inattività durante le guardie.
Una proposta “inaccettabile”, che “aumenta il tempo lavorativo, in particolare per i medici”, osserva il segretario nazionale della Fp Cgil Medici Massimo Cozza.
Ricordando la grande manifestazione a Strasburgo che, nel dicembre 2008, vide i medici europei unirsi in protesta contro le norme sull’orario di lavoro allora in discussione, Cozza annuncia che il sindacato è pronto a dare battaglia nell’ambito della Confederazione Europea dei Sindacati (CES), a partire dalla prima fase di Consultazione con le parti sociali.  
 
24 maggio 2010
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