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QS Edizioni - domenica 28 aprile 2024

Lavoro e Professioni

Lorenzin agli internisti: “Con voi alleanza per ridisegnare il Piano nazionale delle Cronicità rimasto ancora inattuato”

immagine 30 ottobre - “Occorre valorizzare - ha spiegato il Ministro - l'importanza del ruolo dell'internista  soprattutto per evitare che i pazienti anziani, che affollano gli ospedali, tornino al Pronto soccorso, dopo pochi giorni dalle dimissioni. Per questo sarebbe auspicabile il vostro passaggio da “Dr. House” a “Dr. Home”, con un'estensione della vostra competenza anche alla gestione dell'assistenza sul territorio”
“L'aumento della cronicità e della multimorbilità, soprattutto nell'anziano comporta un crescente carico assistenziale e la necessità di introdurre nuovi modelli organizzativo-assistenziali, recuperando la centralità del rapporto medico e paziente - ha detto ieri il Ministro della Salute  Beatrice Lorenzin, intervenendo alla cerimonia inaugurale del congresso della Società Italiana di Medicina Interna (Simi) in corso a Roma  -. Abbiamo bisogno di un'alleanza forte con gli internisti per rivedere il Piano Nazionale della Cronicità rimasto inattuato ma che rappresenta uno strumento essenziale per vincere la sfida della longevità e dell'invecchiamento in buona salute”.
“Occorre valorizzare - ha proseguito il Ministro - l'importanza del ruolo dell'internista  soprattutto per evitare che i pazienti anziani, che affollano gli ospedali, tornino al Pronto soccorso, dopo pochi giorni dalle dimissioni. Per questo sarebbe auspicabile il vostro passaggio da “Dr. House” a “Dr. Home”, con un'estensione della vostra competenza anche alla gestione dell'assistenza sul territorio”. 

“Gli internisti della Simi - afferma Franco Perticone, presidente Simi -, apprezzano e aderiscono alla proposta del Ministro, convinti che vada nella giusta direzione e raccolgono la sfida per l'ottimizzazione della gestione assistenziale della cronicità anche sul territorio. Soltanto così sarà possibile assicurare una maggiore appropriatezza delle cure, riducendo il susseguirsi di ricoveri ravvicinati, con un effetto “porte girevoli” che comporta un maggiore rischio di mortalità”.
30 ottobre 2017
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