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QS Edizioni - venerdì 17 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Enpam. Oliveti: “L’età di pensione dei medici salirà a 68 anni nel 2018”

immagine 7 ottobre - Il vicepresidente dell’Enpam annuncia le linee della riforma che partirà dal 2013. L’età per la pensione di vecchiaia passerà, gradualmente, da 65 a 68 anni, ma resterà la possibilità di andare in pensione a partire dai 58 anni. E dal 2015 aumenterà l’aliquota contributiva.
Si delineano i contorni dell’annunciata riforma delle pensioni Enpam. Il vicepresidente vicario dell’Ente, Alberto Oliveti, decide di illustrare i punti chiave della riforma al Congresso Fimmg in corso a Villasimius. L’occasione è una assemblea serale nella quale il CdA dell’Enpam si confronta con i partecipanti al Congresso in un question time aperto a tutti. Una formula innovativa, che testimonia la volontà di lavorare nella massima trasparenza da parte del nuovo CdA e che registra una grandissima partecipazione. Il clima è attento, animato da qualche ansia, alcuni dubbi, ma poche polemiche.

La riforma dei Fondi, alla quale il CdA sta lavorando dal momento del suo insediamento nel luglio del 2010, dovrebbe essere varata in modo definitivo a fine anno, ma le scelte di fondo sono già state tracciate.

Innanzi tutto l’età per la pensione di vecchiaia passerà gradualmente da 65 a 68 anni. In pratica sarà ancora fissata a 65 anni nel 2012, mentre dal 2013 aumenterà di sei mesi ogni anno, fino ad arrivare nel 2018 a 68 anni. Oliveti spiega la ragione della scelta con l’immagine dell’elastico a due colori: “Vita lavorativa e vita in pensione sono i due colori dell’elastico. Se l’elastico si tende, ovvero se la vita complessivamente si allunga, il punto di passaggio da un colore all’altro si sposta necessariamente”. E d’altra parte, secondo i dati dell’Enpam, già oggi  circa la metà dei medici convenzionati lavora fino a 70 anni, anche se è in crescita il numero di coloro che scelgono invece di andare in pensione prima dell’età di vecchiaia: erano solo il 2,5% nel 2001, mentre oggi sono il 27,4%. Per chi intendesse fare questa scelta resterà comunque aperta la possibilità di andare in pensione di vecchiaia a partire dai 58 anni, fermo restando avere accumulato almeno 35 anni di contribuzione.

Altro punto nodale, l’innalzamento dell’aliquota contributiva,a partire dal 2015. Per il Fondo di Previdenza di Medicina Generale, Continuità Assistenziale e Pediatri di libera scelta, che rappresenta quasi la metà degli iscritti all’Enpam, si passerà, sempre con gradualità, dall’attuale 16,5% al 26 o 27% da raggiungere nel 2026 (la quota esatta sarà definita al momento del varo della riforma sulla base dei calcoli attuariali).


La riforma dei Fondi, insieme alla riforma della gestione del patrimonio, dovrebbe consentire all’Enpam di raggiungere l’equilibrio temporale a trent’anni richiesto dalla finanziaria 2007. In realtà, la riforma nel suo insieme sembra possa produrre un risultato ancora più positivo, garantendo l’equilibrio dei conti previdenziali fino al 2059.

E.A.
 
7 ottobre 2011
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