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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Contratto. Troise (Anaao): “Continua il boicottaggio verso la dirigenza medica e sanitaria”

immagine 22 gennaio - Nonostante l’Aran abbia aperto la stagione contrattuale 2019-2021, del Ccnl della dirigenza sanitaria non ci sono tracce. “Evidentemente non interessa a chi non vuole vedere le intollerabili condizioni di lavoro della dirigenza medica e sanitaria. C’è un palese boicottaggio di un rinnovo contrattuale atteso da anni, del quale non si vuole pagare il conto dopo avere incassato 8 punti di riduzione del costo del lavoro”
“La notizia del giorno è che l’Aran ha avviato le procedure per la contrattazione 2019-2021 senza che sia stato ancora dato per la dirigenza medica e sanitaria il fischio di inizio per quella 2016-2018!!! Potenza di una burocrazia che impiega 8 giorni per fare compiere, ad un documento necessario per l’avvio della contrattazione, la traversata tra due ministeri e c’è da scommettere, altrettanti per quella tra Comitato di settore e Aran, ma rispetta la forma prevista dalla legislazione”.
 
Non ci sta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise e in una durissima nota denuncia l’immobilismo interno al contratto della dirigenza medica e sanitaria, da 10 anni senza rinnovi.
 
“Il rinnovo del Ccnl della dirigenza sanitaria – denuncia Troise – evidentemente non interessa chi non vuole vedere che le intollerabili condizioni di lavoro della dirigenza medica e sanitaria ormai costituiscono un fattore limitante lo stesso accesso alle cure dei cittadini, come dimostra la crescita dei tempi di attesa ed il tilt delle strutture di Pronto Soccorso. A fare le spese di questo gioco al rinvio sono i cittadini e quel capitale umano il cui valore attuale, per Governo e Regioni, si avvicina molto a quello dei titoli spazzatura di Lehman Brothers”.
 
E ancora, sottolinea Troise: “La sanità pubblica si consuma, pronta a spalancare le porte all’intermediazione assicurativa che squilli di tromba annunciano come salvatrice della Patria, nel conflitto istituzionale tra Regioni e Governo, in ultimo sul finanziamento di contratti e convenzioni. E costringe il suo personale ad uno stato di agitazione continuo, che non è cessato dopo lo sciopero nazionale di dicembre, nell’attesa che gli apprendisti stregoni cessino di fare melina, scambiandosi il cerino della responsabilità di un ormai palese boicottaggio di un rinnovo contrattuale atteso da anni, del quale non si vuole pagare il conto dopo avere incassato 8 punti di riduzione del costo del lavoro. Ma, si sa – conclude – i ministri ‘competenti’ sono impegnati a trovarsi un posto nel futuro parlamento e le Regioni ad aspettare un nuovo Governo che sperano più prodigo di quello attuale. Magari con qualche bonus in più”.
22 gennaio 2018
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